mercoledì 12 giugno 2019

Il segreto della casa


Continuammo l’esplorazione nel polveroso piano di sopra. Anche qui, gli eventi inspiegabili non mancarono: io e Fanny fummo, per esempio, caricati da un letto che aveva l’energia del branco di porci in cui Gesù cacciò la legione di demoni che affliggeva l’indemoniato. Questo non ci impedì di trovare alcune lettere rivolte al misterioso Abitatore della Casa, sotto una mattonella, in cui lo si pregava di lasciare in pace la famiglia; una di queste lettere conteneva una confessione del vecchio proprietario, che confessava di avere ucciso un uomo, da posseduto, e di averlo nascosto nel pollaio.
In un’altra stanza, trovammo una grande libreria, piena di documenti, fra cui un faldone di fatture che riportava acquisti, risalenti al 1901 (prima che iniziassero gli eventi) di una serie di mobili presso la Casa d’Aste di Gragnano, presso Barolo. In quel momento, vidi negli occhi di Mauro, il mio fidato segretario, qualcosa di strano: anche lui era posseduto! Anche lui tramava di ucciderci! Dovevo assolutamente isolarlo e metterlo fuori combattimento.
In quel mentre, Fanny trovò una botola che portava in soffitta e vi salì insieme a Laura o Luisa, nonché a Don Ettore. Appena sparirono, prima che io potessi agire, Mauro attaccò la ragazzina medium, con furia violenta. Provai a colpirlo, ma invano.
Prima che arrivasse il peggio, però, dalle scale scesero Don Ettore, che si gettò a proteggere la ragazzina, e Luisa a Luana, con la pisola spianata, che minacciava tutti. Non sapevo che fare. Improvvisamente, ebbi l’illuminazione: i mobili comprati alla Casa d’Aste! Quei mobili dall’aspetto inquietante in salotto, là dove avevamo assistito alle prime manifestazioni: dovevo distruggerli! Mi precipitai giù dalle scale, ma purtroppo “precipitai” non è una metafora: arrivato sul primo gradino, sentii una spinta e ruzzolai giù, fratturandomi una gamba in modo scomposto. Altro che distruggere i mobili: potevo solo gridare di dolore, finché persi i sensi.
Quando mi riebbi, vidi che i miei compagni (di nuovo amici) avevano avuto la stessa idea: provarono a distruggere il tavolino a zampe di capra, ma tutti i vasi della stanza si alzarono in volo e attaccarono. Fratello Guglielmo cadde svenuto, Mauro fuggì terrorizzato fuori, incurante dell’acqua (ci mancava solo un’influenza!).
Ci ritirammo, per riordinare le idee. Fratello Gugliemo, ripresosi, mi rattoppò al meglio la gamba, forse salvandomi la vita, di certo lasciandomi zoppo. Intanto, fratello Emilio tirò fuori dallo zaino ben quattro pupazzi, e disse che hanno sensibilità, non si possono lasciare lì. Del resto, compaiono anche in una foto di famiglia. Erano cinque: Romolo, Remolo, Remo, Sposa Grassa e Sposa Rossa.

Ad un certo punto, la medium entrò nello studio e restò pietrificata: lì la presenza era massima. Laura o Lidia provò a lacerare la poltrona con un coltello, ma una forza misteriosa la tratteneva, ma con l’aiuto di Fanny riuscì a vincerla. Dentro la poltrona, vi erano ossa umane, uno scheletro completo, e il libro maledetto che stavamo cercando. Don Ettore, con le sue competenze di esorcista, sapeva come agire: distrusse tutto, salvo il nostro libro. Immediatamente, il disagio che avevamo avvertito sin da subito venne meno, al punto che decidemmo di passare la notte nella casa. Facemmo ancora qualche ricerca, nella notte, e dietro a un muro trovammo i due burattini della foto mancanti, ma Remolo era quasi distrutto. Nel pollaio, c’era in effetti uno scheletro: me era orrore ordinario.
Il mattino dopo ripartimmo per Augusta Taurinorum, assieme a Don Ettore.

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