Continuammo l’esplorazione nel
polveroso piano di sopra. Anche qui, gli eventi inspiegabili non
mancarono: io e Fanny fummo, per esempio, caricati da un letto che
aveva l’energia del branco di porci in cui Gesù cacciò la legione
di demoni che affliggeva l’indemoniato. Questo non ci impedì di
trovare alcune lettere rivolte al misterioso Abitatore della Casa,
sotto una mattonella, in cui lo si pregava di lasciare in pace la
famiglia; una di queste lettere conteneva una confessione del vecchio
proprietario, che confessava di avere ucciso un uomo, da posseduto, e
di averlo nascosto nel pollaio.
In un’altra stanza, trovammo una
grande libreria, piena di documenti, fra cui un faldone di fatture
che riportava acquisti, risalenti al 1901 (prima che iniziassero gli
eventi) di una serie di mobili presso la Casa d’Aste di Gragnano,
presso Barolo. In quel momento, vidi negli occhi di Mauro, il mio
fidato segretario, qualcosa di strano: anche lui era posseduto! Anche
lui tramava di ucciderci! Dovevo assolutamente isolarlo e metterlo
fuori combattimento.
In quel mentre, Fanny trovò una botola
che portava in soffitta e vi salì insieme a Laura o Luisa, nonché a
Don Ettore. Appena sparirono, prima che io potessi agire, Mauro
attaccò la ragazzina medium, con furia violenta. Provai a colpirlo,
ma invano.
Prima che arrivasse il peggio, però,
dalle scale scesero Don Ettore, che si gettò a proteggere la
ragazzina, e Luisa a Luana, con la pisola spianata, che minacciava
tutti. Non sapevo che fare. Improvvisamente, ebbi l’illuminazione:
i mobili comprati alla Casa d’Aste! Quei mobili dall’aspetto
inquietante in salotto, là dove avevamo assistito alle prime
manifestazioni: dovevo distruggerli! Mi precipitai giù dalle scale,
ma purtroppo “precipitai” non è una metafora: arrivato sul primo
gradino, sentii una spinta e ruzzolai giù, fratturandomi una gamba
in modo scomposto. Altro che distruggere i mobili: potevo solo
gridare di dolore, finché persi i sensi.
Quando mi riebbi, vidi che i miei
compagni (di nuovo amici) avevano avuto la stessa idea: provarono a
distruggere il tavolino a zampe di capra, ma tutti i vasi della
stanza si alzarono in volo e attaccarono. Fratello Guglielmo cadde
svenuto, Mauro fuggì terrorizzato fuori, incurante dell’acqua (ci
mancava solo un’influenza!).
Ci ritirammo, per riordinare le idee.
Fratello Gugliemo, ripresosi, mi rattoppò al meglio la gamba, forse
salvandomi la vita, di certo lasciandomi zoppo. Intanto, fratello
Emilio tirò fuori dallo zaino ben quattro pupazzi, e disse che hanno
sensibilità, non si possono lasciare lì. Del resto, compaiono anche
in una foto di famiglia. Erano cinque: Romolo, Remolo, Remo, Sposa
Grassa e Sposa Rossa.
Ad un certo punto, la medium entrò
nello studio e restò pietrificata: lì la presenza era massima.
Laura o Lidia provò a lacerare la poltrona con un coltello, ma una
forza misteriosa la tratteneva, ma con l’aiuto di Fanny riuscì a
vincerla. Dentro la poltrona, vi erano ossa umane, uno scheletro
completo, e il libro maledetto che stavamo cercando. Don Ettore, con
le sue competenze di esorcista, sapeva come agire: distrusse tutto,
salvo il nostro libro. Immediatamente, il disagio che avevamo
avvertito sin da subito venne meno, al punto che decidemmo di passare
la notte nella casa. Facemmo ancora qualche ricerca, nella notte, e
dietro a un muro trovammo i due burattini della foto mancanti, ma
Remolo era quasi distrutto. Nel pollaio, c’era in effetti uno
scheletro: me era orrore ordinario.
Il mattino dopo ripartimmo per Augusta
Taurinorum, assieme a Don Ettore.
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