martedì 24 maggio 2022

Granata!!! Ops!!!

 

Siamo all’ingresso della base tedesca. Abbiamo fatto un veloce controllo sull’esterno e abbiamo visto una piccola porta laterale chiusa dall’esterno e le gabbie aperte dei cani che ci avevano attaccato. Decidiamo di entrare dall’ingresso principale da cui fratello Ludovico era uscito tenuto in bocca da un cane a due teste. Ci troviamo un corridoio con due porte per lato e una frontale. Sono tutte chiuse e tolto dall’ultima a sinistra, da cui viene come un ticchettio di macchina da scrivere, non udiamo nulla. Decidiamo di aprirle in ordine per evitare eventuali agguati alle spalle. Spalanchiamo le prime porte, all’interno le stanze sono vuote con segni di sangue e colluttazione, ma nulla di più.

Apriamo quindi la porta di fronte a quella da cui proviene il ticchettio. Una scena raccapricciante si presenta ai nostri occhi. La stanza doveva essere un laboratorio chimico o di esperimenti. Il tetto è crollato, sicuramente era il luogo nel quale c’era stata l’esplosione e da cui proveniva il fumo, che avevamo visto. Dal soffitto brandelli di cadavere penzolano e un po’ ovunque sono sparsi. Gli arti ancora si muovono e capisco di non essere ancora pronto a tali scene di orrore.

Mentre tutti siamo colpiti dall’inferno che ci troviamo davanti agli occhi, un rumore di colpo su metallo proviene dalla porta frontale al corridoio e attira la nostra attenzione. Fratello Vasco e Ludovico decidono prima di aprire la porta da cui proviene il ticchettio. All’interno c’è un ufficiale tedesco dietro una scrivania con una macchina da scrivere. Si alza di colpo e inneggiando Hitler si spara alla tempia. I due fratelli si fiondano su lui per farlo a pezzi.

Il rumore di colpi sul metallo si fanno sempre più forti. Fratello Furio apre la porta frontale. Dietro c’è una porta metallica, una cella frigo. Qualcosa sta colpendola da dietro e i cardini stanno per cedere. Io sono scioccato da tutto cosa mi sta circondando. La paura prende il sopravvento e istintivamente lancio una granata contro la porta di metallo. Mentre lo faccio urlo granata, ma nessuno ha il tempo di ripararsi. La porta di ferro cade. Furio viene investito dalle schegge della granata senza subire danni e senza muoversi. La stessa sorte non possiamo dire di averla avuta io e fratello Ludovico. La mia gamba sanguina copiosamente mentre lui si tiene l’inguine e il suo mantello si tinge di rosso. Gaetano e Vasco hanno qualche graffio, ma non hanno il tempo di controllare. Dalla stanza con la porta metallica balza fuori un abominio. Una creatura umanoide che cammina a quattro zampe e attorno alle mani ha filo spinato e ringhia bramando le nostre carni.


venerdì 13 maggio 2022

Dio perdona, il fucile di Vasco No!

 


Raggiungiamo Lione, siamo incuriositi dalle luci ed esplosione udita nella notte. Il posto è molto surreale non si vedono persone ma solo case distrutte. Ci dirigiamo verso il centro città dove pensiamo provenissero. Iniziamo a sentire rumori di una fabbrica e muovendoci tra le macerie vediamo con sorpresa 2 soldati di guardia con divise tedesche a fianco di una moto con un grosso mitragliatore.

Propongo a Furio un piano, lui non sembra stia a sentirmi, ma lo ripete nello stesso modo. Io e fratello Ludovico ci avvicineremo muovendoci silenziosamente tra la boscaglia vicina. Fratello Ludovico dovrà sparare alla guardia di destra e io dovrò difenderlo in caso ci trovassimo in corpo a corpo con altri soldati. Fratello Vasco invece che sta con il resto del gruppo, visto le su abilità da cecchino dovrà mirare sul soldato di sinistra.

Sembra tutto perfetto, io e Ludovico ci appostiamo e diamo il segnale con i cicalini. Vasco spara e centra il cuore del primo tedesco, che cade a terra. Ludovico quindi si alza per sparare al secondo, ma si incanta… Rimane bloccato come in estasi. Lo incito a sparare, ma nulla. Il tedesco rimasto solo risponde verso di noi al fuoco vedendo Ludovico imbambolato e colpisce me ferendomi a una spalla. Insulto fratello Ludovico affinchè si sproni e prema quel grilletto. Finalmente si decide e colpisce il nemico.

Recuperiamo armi, lasciamo la moto e i cavalli. Scopriamo dalle divise, che i due tedeschi fanno parte di un gruppo speciale di ricerca scientifica militare. Avanziamo e troviamo un portone di rete metallica sorvegliato da due guardie. Esce un camion tedesco e in lontananza vediamo un camion italiano. Una piccola colonna di fumo si alza dallo stabile centrale che è segnato da un’esplosione. Probabilmente quella udita la notte scorsa.

Visto che di cecchini nel gruppo c’è ne solo uno, non ci fidiamo di ripetere il piano di prima. Lasciamo Vasco a coprirci le spalle e noi ci dirigiamo verso l’ingresso. Viene affidato a me con una granata il compito di far saltare guardie e portone. Neanche a chiederlo e siamo già dentro con altri due tedeschi fatti fuori. Scatta però l’allarme e un branco di pastori tedeschi arriva inferocito contro di noi. Io, fratello Gaetano e Furio ci dirigiamo verso il camion italiano, fratello Ludovico invece entra in una porta della palazzina centrale. Vasco con mira infallibile centra 2 cani e a noi basta fare a pezzi gli altri due mentre Gaetano mette in moto il camion. Scopro che forse l’expiator è troppo per uccidere un cane. Lo faccio a pezzi, ma colpisco con la sega una ruota posteriore, Gaetano capisce e impreca!

La situazione sembra risolta, ma la porta da cui era entrato fratello Ludovico viene sfondata dall’interno e balza fuori un grosso cane mastino a 2 teste. Rimaniamo un po’ scossi anche perché tra una delle mascelle del cane c’è Ludovico tenuto per il collo. Ludovico sembra essere ancora vivo, l’armatura lo stava proteggendo, anche se si vede che è mezza distrutta. Dobbiamo agire in fretta. Neanche il tempo di pensare e sentiamo sparare fratello Vasco e vediamo esplodere l’altra testa del cane. Ludovico viene lasciato dall’abominio e noi abbiamo il tempo di ucciderlo.

Vasco ancora una volta ti dobbiamo la vita. Nell’attesa che il nostro super cecchino ci raggiunga, prima di entrare nella palazzina, controlliamo sul camion e troviamo fucili italiani e un bazuka tedesco. Lasciamo li tutto e ci addentriamo nell’edificio.

domenica 8 maggio 2022

Templare bagnato, russare assicurato

 

Raggiungiamo quindi un paesino nella periferia di Lione. E’ sera e inizia a piovere a dirotto. Abbiamo bisogno di trovare un posto dove passare la notte e far riposare i cavalli. Poco distante da noi si vede una piccola chiesa. Decidiamo di avvicinarci e vicino all’ingresso, tutti tranne fratello Gaetano, nostro meccanico e esperto di veicoli, notiamo tracce di pneumatici. Sicuramente visto i segni e la pioggia scrosciante, i veicoli sono passati o hanno sostato da poco. Richiamiamo l’attenzione di Gaetano, dopo averli fissati per bene dice che sono segni di una carriola. Alla fine lo convinciamo che sta dicendo stupidaggini e lui si incaponisce dicendo che ora vuole analizzarli. Noi entriamo, intanto Gaetano rimane fuori sotto la pioggia a fissare la strada sterrata. Noi troviamo dentro il cadavere del prete che cerca di attaccarci, lo uccidiamo e intanto Gaetano rimane fuori sotto la pioggia a fissare la strada. Capiamo che ci sono state tracce di lotta e macchie di sangue, intanto Gaetano rimane fuori sotto la pioggia a fissare la strada. Sistemiamo i cavalli, accendiamo un fuoco e intanto Gaetano rimane fuori sotto la pioggia a fissare la strada sterrata. Lo vediamo rientrare fradicio, dice che sono pneumatici di camion. Aggiunge però che un tipo di pneumatico è sicuramente di un mezzo militare italiano visto il battistrada. Forse è passato proprio di qua fratello Simoncino ed ha sostato, siamo però molto preoccupati dai segni di colluttazione trovati, magari ha avuto un’imboscata.

Decidiamo di fare turni di guardia di due ore circa, appostandoci sul campanile. Inizia Gaetano, tanto è ancora umido, poi tocca a me, quindi fratello Ludovico e infine fratello Vasco. Per anzianità e ruolo lasciamo riposare fratello Furio. Tutti notiamo una luce elettrica, tipo riflettore alzarsi dal centro di Lione, molto strano in quanto la città dovrebbe essere deserta, ad un certo punto del turno di Gaetano si sente una forte esplosione provenire dalla zona della luce. La notte sembra passare tranquilla, ma proprio durante l’ultimo turno, Vasco vede uscire dalla boscaglia vicina una figura umana con un fucile. Ci avverte di svegliarci, il russare di Gaetano copre la voce del compagno. Vasco quindi intima dal campanile alla figura di fermarsi, quella avanza e Vasco è costretto a spararle. Un centro perfetto in pieno petto, ma l’uomo non rallenta. E’ sicuramente un morto, un morto che imbraccia un fucile. Lo sparo fa sobbalzare me e fratello Ludovico, Gaetano continua russare e tale suono appare più forte anche del colpo di fucile. Vasco scende di fretta dal campanile e ci avvisa del pericolo. Il morto sfonda la porta, ma anche se privi di armatura con Furio che dorme e con il russare di Gaetano che copre anche la colluttazione, abbiamo la meglio sul morto che viene fatto a pezzi. Di nuovo un ottimo lavoro di Vasco, che sempre più risulta determinante per il gruppo e ci ha salvato la vita.

Sta per sorgere il sole e svegliamo tutti per recitare le preghiere. Una dura giornata ci attende.

domenica 1 maggio 2022

L'orologio di Vion fa... U.S.A. Army

 


Arriviamo a Marsiglia. Il comandante dei templari della città ci accoglie e quando gli raccontiamo cosa è successo a Saint Crepain, ci elogia per il lavoro svolto e ci rifornisce armi e provviste per il viaggio. Dobbiamo dirigerci verso Parigi e la nostra prima tappa sarà Lione, da dove fratello Simoncino è passato.

Non indugiamo e partiamo alla volta delle terre perdute. Rinunciamo ad un comodo camion e preferiamo i cavalli per non dare nell’occhio in quei territori dove regna barbaria e morte. Raggiungiamo, senza troppi problemi Valence, l’ultima città liberata dal Sanctum Imperio. Da quel punto in poi potremmo contare solo su noi stessi. La città è principalmente abitata da cacciatori di morti e non abbiamo fortuna neanche con il parroco, nell’avere informazioni sul passaggio di fratello Simoncino.

Proseguiamo la nostra ricerca verso nord e ci imbattiamo nelle rovine di Vion. Fratello Vasco appare sempre di più intraprendente e a suo agio nelle sue terre e nota il cadavere in decomposizione di un soldato americano appeso alle lancette del campanile con il suo paracadute. Visto la decomposizione del corpo che ancora si muove a scatti, poteva essere li da anni. La curiosità ci porta a controllare e convinciamo anche fratello Furio, che era rimasto titubante.

Non sembrano essere presenti trappole o rischi di agguati. Il villaggio o meglio, ciò che ne resta, è disabitato. Il campanile parzialmente danneggiato e la scala per salire in cima inutilizzabile. Forse quello era il motivo per cui quel cadavere era ancora li appeso con l’equipaggiamento intatto. Vasco decide di arrampicarsi, provo ad aiutarlo, ma vedo che anche senza di me riesce a scalare 20 metri di campanile con agilità e tagliare le corde del paracadute che legano il morto.

Il corpo cade, applausi a Vasco. Dal morto recuperiamo un mitragliatore Thompson, 2 caricatori, 2 granate, 2 cicalini e una targhetta identificativa. Il cadavere continua a muoversi e si avventa su lui fratello Ludovico. Lo fa a pezzi, forse con una foga esagerata e vediamo che si gira dolorante verso di noi con un copri stinco danneggiato, lui dice per l’attacco di un braccio del morto, noi capiamo essere il colpo della sua mazza, che si è autorecato. Tratteniamo le risa.

Il bottino trovato è prezioso e con il morale alto continuiamo verso nord.