Così si conclude la breve campagna nel Sanctum Imperium, un piccolo gruppo di eroi, costituito da molti giocatori nuovi, ha portato a termine un'importante impresa, ma è stato tratto in inganno dalla malvagità delle persone.
Ringrazio tutti i partecipanti per le ore spassose passate insieme e sopratutto ci tengo a ringraziare coloro che ci seguono sempre, ovvero il Baracca's fan club: Mr Mist e Nicholas in primis, Maury(anche se non commenta mai sul blog ;-) ). Non disperate perché da stasera ripartiamo col Sine, giocando però nel folcloristico Trono di Crisantemo. Potrete seguire le nuove mirabolanti avventure del nostro gruppo su questo blog:
Mekura hebi ni ojizu
Iniziata tempo fa e ora potremmo, finalmente concludere questa campagna...
Grazie a tutti
domenica 16 giugno 2019
venerdì 14 giugno 2019
Epilogo
BARACCA
FOREVER
Tutto
mi è più chiaro… il tradimento dell’inquisitore, che ci ha
mandato al macello per i sui loschi piani… quell’infame Tommaso
del Torchio l’avevo sentito nella notte dire parole “dalla
sacrestia … una vita per un libro”, ma non avevo capito.
Io
e Guglielmo siamo entrati dalla sacrestia del monastero, i monaci
erano dei morti con poteri sovrannaturali che ci hanno bloccato. Sono
stato uno stolto a non capire.
Per
Guglielmo non c’è stato scampo, ma io ho avuto il tempo di far
esplodere un candelotto di dinamite. Poi … solo immagini confuse.
Guglielmo veniva divorato e il mio piccolo burattino Gioffredo con
gli altri due burattini Freccia e Italo saltavano fuori dallo Zaino.
Freccia si parava a mia difesa mentre Gioffredo e Italo mi portavano
fuori, nascondendomi nel bosco.
Loro
hanno vegliato su di me… mi sveglio e vedo che ho perso un braccio…
Gioffredo tu sarai per ora il mio braccio.
Ora
non mi resta che sceglier il mio futuro. Non cerco vendetta, ma una
nuova vita… lascerò il Sanctum Imperium, l’unico mio sogno è
riavere il mio braccio… ho sentito leggende di un potente impero ad
est dove la tecnologia fa miracoli.
ADDIO
ITALICO IMPERO!
P.S. leggende narrano di un vagabondo solitario accompagnato da burattini
in cerca di un leggendario treno il Galaxy Transiberian Express, per ottenere un arto robotico. Pronto ad affrontare da solo una grande
Campagna
P.P.S. a volte si confonde la realtà con la fantasia!
Il gran finale (La vendetta di Fra Novella)
La sera successiva, senza ulteriori
intoppi, arrivammo a Valle Mosso, dove fummo accolti dal gentile
Capitano Strippoli, che col suo piccolo gruppo di Crociati vigilava
sulla sicurezza del villaggio. Egli ci raccontò che a Mosso Santa
Maria (dove, secondo le nostre informazioni, si trovava il libro)
viveva una piccola comunità di frati, che non avevano rapporti con
il villaggio, salvo per il fatto che due di essi, regolarmente,
scendevano in città a portare cibo per avere, quando possibile,
libri e opere d’arte. Ci chiese inoltre del nostro viaggio e,
saputo dell’attacco dei morti, chiese le condizioni dei cadaveri:
da tempo, ci raccontò, non arrivavano più mercanti da oltre le
Alpi, ma si trovavano morti vaganti e stritolati.
Dormimmo in una sala della locanda,
questa volta senza necessità di turni. La mattina dopo, trovammo
fratello Emilio in lacrime: una delle sue bambole era rotta, e lui la
piangeva come una bambina dell’asilo. Non solo, farneticava
sostenendo che la bambola fosse morta per difenderci dal male e
insistette per seppellirla fuori dalle mura. Data la sua particolare
condizione, lo concedemmo.
Finito lo strampalato rito funebre, ci
avviammo verso Mosso Santa Maria. Non appena giungemmo in vista del
posto, scorgemmo un frate incappucciato (come quelli del sogno!) che
si ritirava rapidamente nella chiesa (uguale a quella del mio
sogno!). Mentre ci avvicinavamo, le campane iniziarono a suonare a
morto. Lisabetta o Lucrezia si offrì di andare in avanscoperta, ma
poco dopo udimmo un urlo: era caduta in una trappola, alcuni spuntoni
che si trovavano dietro a un muro di cinta che aveva provato a
scavalcare per avvicinarsi alla Chiesa evitando l’ingresso
principale. Dovemmo avvicinarci per strappare via Linda o Luisa (con
suo grande dolore) da quei ferri arrugginiti: di fatto, sarebbe stata
inutile per il combattimento.
La chiesa di Mosso Santa Maria si
ergeva davanti a noi, imponente, senza finestre. Di fianco, si
trovava il grande edificio del dormitorio del convento e un pugno di
vecchie case: tutti edifici in evidente stato di abbandono. Ma dove
dormivano i monaci? Avevano bisogno di dormire? Avremmo potuto
affrontarli, senza dover sacrificare fratello Emilio (e chi altri?)
per concedergli un regolare processo prima di buttarlo sul rogo?
Fu lo stesso fratello Emilio a
risolvere (involontariamente) la situazione: propose di entrare, armi
in pugno, nella sacrestia, purtroppo accompagnato da fratello
Guglielmo, mentre noialtri saremmo entrati dalla porta principale
della Chiesa. Voleva, insomma, replicare il piano messo in atto a
None, quando era stato praticamente ucciso. Approvai con entusiasmo:
se chi si trovava all’interno fosse stato un nemico alla nostra
portata, saremmo intervenuti, ma se i due più forti guerrieri fra
noi fossero stati uccisi subito, il patto del sogno sarebbe stato
rispettato.
Dovetti solo chiedere a Don Ettore di
attendere un momento per entrare dopo che i due Ospitalieri avevano
forzato la porta della sacrestia e tutto accadde: udimmo un boato,
come un’esplosione; quindi, le porte della chiesa si aprirono e, in
terra, giaceva un libro. Il libro che cercavamo. Lo prendemmo e
tornammo ad Augusta Taurinorum.
Il nostro eroismo, però, non fu
premiato. La notte successiva al nostro ritorno, infatti, ci fu un
incendio nella casa di Don Gerardo e il prelato vi arse vivo. Venne
fuori che il documento di incarico papale con cui eravamo stati
chiamati era un falso, che i libri che gli avevamo procurato
servivano ad un rito blasfemo fallito forse perché una delle copie
era incompleta o era stata manomessa. Io e Mauro potemmo godere di un
periodo di penitenza e riflessione, per meditare sul nostro errore di
ingenuità: Luana o Lidia fu degradata e Fanny radiata dal corpo
degli excubitores, anche perché fu provato che era direttamente agli
ordini di Don Gerardo, che riceveva da lei regolari rapporti senza
passare per le vie ufficiali.
In tutto questo intrico, c’era una
grande lezione di apprendere: alla fine, il volere di Dio era stato
compiuto. I malvagi, come Don Gerardo e Fratello Emilio, erano stati
puniti con la morte; i giusti, come Fratello Guglielmo, erano stati
chiamati da Dio a godere del loro meritato premio attraverso la
morte; nel frattempo, avevamo riparato ad alcuni torti e ingiustizie,
come nel caso della casa infestata o negli intrighi di Vicus Novus.
Semper ad maiorem Dei gloriam.
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Valle Mosso
giovedì 13 giugno 2019
Nel Biellese
Tornati da Barolo con il libro
faticosamente ottenuto, ci fu giusto il tempo di una breve relazione
e dovemmo ripartire alla volta di Biella, o più precisamente a Valle
Mosso, ove si trovava l’ultima copia delle Nove Porte. Don Ettore
volle accompagnarci, e noi lo accogliemmo volentieri: nonostante la
sua equivoca specializzazione, mi pare un religioso affidabile. Per
quasi cento chilometri di strada – strada accidentata e male curata
– non vi erano villaggi o punti di riposo, sicché alla sera della
prima giornata di viaggio fummo costretti ad accamparci, presso le
rovine di un monastero, fiduciosi che lì l’occhio benevolo del
Signore ci avrebbe protetto meglio che altrove. Come ulteriore
precauzione, comunque, decidemmo di organizzare anche dei turni di
guardia: “A coppie”, tenni a precisare. Che fratello Emilio
avesse vegliato per tutta la notte su di noi per lasciarci dormire,
al posto di guardia di Vicus Novus, non mi aveva mai convinto,
sebbene non fossi mai riuscito a trovare prove della sua mancanza. Io
mi addormentai quasi subito, sotto il controllo di fratello Emilio e,
soprattutto, di fratello Guglielmo, che così poteva sorvegliare
anche il suo ambiguo sottoposto.
Mi addormentai subito, ma non bene.
Anzi, il mio fu un sonno tormentato: udii campane suonare, vidi una
chiesa sconosciuta, dentro la quale dodici frati stavano avevano i
volti coperti da cappucci, mentre il tredicesimo, con i piedi scalzi
e decomposti, stava officiando una messa. Intorno, c’erano libri,
cumuli di libri. Il tredicesimo frate si voltò verso di me, ed io
caddi nel buio. Una voce roca mi disse: “Una vita per il libro, è
il prezzo da pagare, altrimenti morirete tutti. A te la scelta,
mandalo da noi”. Intravidi la porta di una sacrestia, poi mi
svegliai, richiamato da urla di allarme.
Urla di allarme gridate dai due
Ospitalieri, che quando mi svegliai del tutto si erano già lanciati
contro quattro morti che, stranamente claudicanti, procedevano verso
di noi. Non fidandomi troppo del valore delle nostre guardie del
corpo, nonostante la gamba oramai gravemente compromessa dalla caduta
dalle scale, sguainai la spada e zoppicai contro i morti,
accompagnato da Don Ettore. In effetti, fratello Gugliemo aprì in
due uno dei morti col suo expiator al primo colpo, ma fratello Emilio
non riuscì a colpire con la stessa efficacia e si trovò un morto
addosso. Io e Don Ettore colpimmo il cadavere con due colpi
coordinati, staccandogli la testa dal corpo, ma non dall’elmo di
fratello Emilio. Senza pensaci due volte, il sacrificabilissimo
Ospitaliere si tolse l’elmo e lo scagliò con violenza contro
fratello Guglielmo, gridandogli di colpirlo al volo. Ancora mi
meraviglio dei riflessi fulminei con cui fratello Guglielmo sollevò
l’expiator e tagliò in due sia la testa, sia l’elmo (che gli
stava per arrivare in faccia).
In poco tempo, comunque, riuscimmo ad
aver ragione di questi morti, che combattevano stranamente male anche
perché, a quanto capimmo, erano completamente disarticolati: secondo
il nostro “medico di campo per causa di forza maggiore”, ossia
fratello Guglielmo, erano morti stritolati da una forza tremenda.
Analizzando i documenti, alcuni dei quali palesemente falsi,
scoprimmo che si trattava di mercanti tedeschi, o almeno di persone
che si volevano far credere tali.
La notte proseguì senza ulteriori
intoppi (sebbene nel mio turno di guardia fosse inquietante vedere
fratello Emilio che – ai limiti fra l’eresia e la follia –
dormiva attorniato da tutti i suoi pupazzi, che aveva singolarmente
salutato, come se non sapesse che solo Dio può infondere l’alito
della vita, e non un banale burattinaio.
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mercoledì 12 giugno 2019
Il segreto della casa
Continuammo l’esplorazione nel
polveroso piano di sopra. Anche qui, gli eventi inspiegabili non
mancarono: io e Fanny fummo, per esempio, caricati da un letto che
aveva l’energia del branco di porci in cui Gesù cacciò la legione
di demoni che affliggeva l’indemoniato. Questo non ci impedì di
trovare alcune lettere rivolte al misterioso Abitatore della Casa,
sotto una mattonella, in cui lo si pregava di lasciare in pace la
famiglia; una di queste lettere conteneva una confessione del vecchio
proprietario, che confessava di avere ucciso un uomo, da posseduto, e
di averlo nascosto nel pollaio.
In un’altra stanza, trovammo una
grande libreria, piena di documenti, fra cui un faldone di fatture
che riportava acquisti, risalenti al 1901 (prima che iniziassero gli
eventi) di una serie di mobili presso la Casa d’Aste di Gragnano,
presso Barolo. In quel momento, vidi negli occhi di Mauro, il mio
fidato segretario, qualcosa di strano: anche lui era posseduto! Anche
lui tramava di ucciderci! Dovevo assolutamente isolarlo e metterlo
fuori combattimento.
In quel mentre, Fanny trovò una botola
che portava in soffitta e vi salì insieme a Laura o Luisa, nonché a
Don Ettore. Appena sparirono, prima che io potessi agire, Mauro
attaccò la ragazzina medium, con furia violenta. Provai a colpirlo,
ma invano.
Prima che arrivasse il peggio, però,
dalle scale scesero Don Ettore, che si gettò a proteggere la
ragazzina, e Luisa a Luana, con la pisola spianata, che minacciava
tutti. Non sapevo che fare. Improvvisamente, ebbi l’illuminazione:
i mobili comprati alla Casa d’Aste! Quei mobili dall’aspetto
inquietante in salotto, là dove avevamo assistito alle prime
manifestazioni: dovevo distruggerli! Mi precipitai giù dalle scale,
ma purtroppo “precipitai” non è una metafora: arrivato sul primo
gradino, sentii una spinta e ruzzolai giù, fratturandomi una gamba
in modo scomposto. Altro che distruggere i mobili: potevo solo
gridare di dolore, finché persi i sensi.
Quando mi riebbi, vidi che i miei
compagni (di nuovo amici) avevano avuto la stessa idea: provarono a
distruggere il tavolino a zampe di capra, ma tutti i vasi della
stanza si alzarono in volo e attaccarono. Fratello Guglielmo cadde
svenuto, Mauro fuggì terrorizzato fuori, incurante dell’acqua (ci
mancava solo un’influenza!).
Ci ritirammo, per riordinare le idee.
Fratello Gugliemo, ripresosi, mi rattoppò al meglio la gamba, forse
salvandomi la vita, di certo lasciandomi zoppo. Intanto, fratello
Emilio tirò fuori dallo zaino ben quattro pupazzi, e disse che hanno
sensibilità, non si possono lasciare lì. Del resto, compaiono anche
in una foto di famiglia. Erano cinque: Romolo, Remolo, Remo, Sposa
Grassa e Sposa Rossa.
Ad un certo punto, la medium entrò
nello studio e restò pietrificata: lì la presenza era massima.
Laura o Lidia provò a lacerare la poltrona con un coltello, ma una
forza misteriosa la tratteneva, ma con l’aiuto di Fanny riuscì a
vincerla. Dentro la poltrona, vi erano ossa umane, uno scheletro
completo, e il libro maledetto che stavamo cercando. Don Ettore, con
le sue competenze di esorcista, sapeva come agire: distrusse tutto,
salvo il nostro libro. Immediatamente, il disagio che avevamo
avvertito sin da subito venne meno, al punto che decidemmo di passare
la notte nella casa. Facemmo ancora qualche ricerca, nella notte, e
dietro a un muro trovammo i due burattini della foto mancanti, ma
Remolo era quasi distrutto. Nel pollaio, c’era in effetti uno
scheletro: me era orrore ordinario.
Il mattino dopo ripartimmo per Augusta
Taurinorum, assieme a Don Ettore.
martedì 11 giugno 2019
Presenze
Il Maligno, solo il Maligno può essere
dietro simili accadimenti: fedeli feriti, storditi, colpiti. Ma noi
siamo gli emissari di Dio, e non lo temiamo.
Questo, in teoria: in pratica, abbiamo
le nostre debolezze umane e a veder un lampadario ondeggiare senza
motivo, quindi cadere e decapitare di netto il Dottore che, vedendo
il pericolo, si era lanciato per spostare fratello Emilio che, sereno
e ignaro, stazionava proprio sotto il lampadario, un po’ di timore
viene. Povero Dottore! Morto solo perché non conosceva abbastanza
fratello Emilio per lasciarlo al suo destino! O, forse, Dio ha in
mente piani più grandi per la vita di quell’ambiguo Ospitaliere?
La medium cominciò ad affermare di
sentire una presenza forte e inquietante nella casa: per fortuna che
avevamo lei al nostro fianco, con la sua sensibilità.
Lasciati i feriti nel soggiorno, ci
muovemmo ad esplorare la casa. Dietro un armadio del soggiorno, c’era
la porta di una cantina: vi entrammo, trovandovi il cadavere (che
eliminammo facilmente) di un ladro che, a giudicare dai segni di
graffi disperati attorno alla porta, doveva essere stato chiuso lì
dentro e lasciato morire. Tra l’altro, senza che in quel locale ci
fosse nulla di valore, ma solo scartoffie che ci confermarono le
vicende già note della sfortunata famiglia. Improvvisamente,
sentimmo uno sparo: corremmo sopra, in soggiorno, dove trovammo
Caspio in una pozza di sangue e Fratello Emilio con il fucile
fumante. Il nostro ambiguo amico affermava che Caspio aveva cercato
di ucciderlo, che non era più lui: in altre circostanze, l’avremmo
processato per direttissima, ma in quella casa...in quella casa…
lunedì 10 giugno 2019
Rapporto n°2
Vicus Novus, 16 Marzo 1957
Vostra Eminenza,
Le indagini proseguono così come la
mia supervisione.
Mentre non ho molto di diverso da
riferire riguardo al Padre Inquisitore ed al suo notaio, è invece
con molta apprensione che osservo i comportamenti dei due
ospitalieri.
Fratello
Guglielmo continua ad essere estremamente sospettoso di tutti e a
proferire ingiuriose illazioni sulla Vostra persona.
Tuttavia, è Fratello Emilio quello che
mi preoccupa maggiormente. Oltre al macabro pupazzo di cui Le ho già
riferito, egli ha affermato di avere dei sogni premonitori,
sicuramente opera del Demonio. In combattimento si è rivelato
inconcludente ed inoltre ha lasciato fuggire un sospetto di omicidio
(peraltro un uomo piuttosto anziano), che era stato affidato alla sua
guardia.
Temo che la corruzione del male si sia
insinuata nei due ospitalieri.
Vostra Umile Servitrice
P.s. Ci tengo ad evidenziare la carica di rabbia e diffidenza di questa persona nei confronti dei 2 Ospitalieri
giovedì 6 giugno 2019
Il Baracca's Test
QUANTO BARACCA SEI NEL GDR?
Tutti gli amanti del gioco di ruolo e
delle imprese di Baracca possono cimentarsi in un breve test per
capire quanto Baracca sono. Le risposte alle domande si basano sulle
reali scelte del nostro ero in una “missione" in solitaria che
quasi nessuno conosce….
- Avete espugnato il posto di guardia ospitaliero vicino Vinovo. Il gruppo si ferma per la notte perché stremato e ferito. Baracca hai 1 punto ferita, Luisa va in esplorazione a Vinovo ed è il tuo turno di guardia. Cosa fai:
- Stai a fare la guardia devi vegliare sui compagni
- I compagni dormono quindi non ti sentono e tu segui Luisa in quanto andare dietro una donna è meglio che stare con dei preti e inquisitori. E pur messo male te ne fotti ,una donna è sempre donna
- Preghi per lei
- Seguendo le tracce di Luisa la perdi… ma trovi una casa con le luci accese pur essendoci il coprifuoco. Avvicinandoti alla finestra vedi la Guiotti in abbigliamento intimo che si prepara alla fuga. Cosa fai?
- Dalla finestra dove la stai spiando le spari a sorpresa perché è lei che ha organizzato tutto e voleva uccidere te e i compagni
- Hai un’erezione. Noti una finestra aperta e decidi di entrare senza un preciso piano non appena la Guiotti va nel bagno
- Preghi
- Dopo essere entrato dalla finestra noti che nella borsa che la Guiotti preparava c'erano libri all'indice. Proibiti dalla chiesa. Che fai?
- Analizzi cosa sono per aumentare la pena che subirà la Guiotti
- Te ne fotti e entri in bagno
- Preghi
- Sorprendi la Guiotti in bagno. Lei è spaventata, ma nota il pacco e ci prova. Che fai?
- La tramortisci con la mazza, la leghi e ti organizzi per avvisare il gruppo.
- Ti lasci sedurre. Non la fermi mentre ti sta toccando e la segui nella camera da letto al piano di sopra lasciandoti travolgere da ore di sesso e fottendotene di tutto ciò che è capitato… conti di arrestarla dopo con il sorriso…
- Preghi
- Dopo ore di sesso travolgente ti svegli di colpo. È quasi mattina e ti svegli con un succhiotto e un foglietto su cui scritto “sei stato fantastico", Guiotti e i libri sono spariti. Che fai?
- Corri dai compagni confessi i peccati e ti flagelli
- Ti dai due belle pacche sul petto. Ti lodi per il biglietto e te ne fotti dei libri. Corri e speri di arrivare dai tuoi compagni prima che si sveglino e prima che arrivi Luisa
- Preghi
- Arrivi al campo ti sei fasciato con un vistoso foulard il succhiotto trovi i tuoi compagni che dormono e Luisa che rientra poco dopo di te… la vedi sorpresa… ti prende da parte e ti dice che ti ha visto. Che fai?
- Confessi a tutti e ti flagelli
- Sei felice che tutti dormono e ti gaggi che hai vegliato su di loro. Parlando con Luisa le spieghi che ti sei lasciato un po' andare, ma quando capisci che lei ha preso i libri della Guiotti fai un patto di silenzio fottendotene di tutte le dottrine e leggi religiose.
- Preghi
Se hai risposto sempre “B" come
Baracca allora anche tu hai il B-factor in corpo.
P.s. Il test è stato scritto e concepito interamente da Baracca, avviso anche i lettore che abbiamo finito la campagna domenica sera, quindi non appena l'inquisitore Tommaso manderà i post avremmo il gran finale, restate collegati al blog
P.s. Il test è stato scritto e concepito interamente da Baracca, avviso anche i lettore che abbiamo finito la campagna domenica sera, quindi non appena l'inquisitore Tommaso manderà i post avremmo il gran finale, restate collegati al blog
Rapporto n°1
Vicus Novus, 12 Marzo 1957
Vostra Eminenza,
Un primo contatto con il gruppo assegnatomi è stato stabilito.
Padre Tommaso sembra molto devoto e allo stesso tempo intransigente, ha richiesto delle credenziali di un neonato di pochi mesi prima di imporgli una benedizione. Fronteggiando gli abomini che abbiamo incontrato si è rivelato risoluto ed efficace, riportando all’ordine Fratello Emilio che nonostante la grossa stazza e il suo continuo vantarsi della potenza della sua mazza (arma che, peraltro, nemmeno brandisce), è scappato frignando come la più tenera delle Novizie.
Riguardo a quest’ultimo, nutro molte perplessità. E’ sicuramente un soggetto instabile, alla continua ricerca di attenzioni da parte del genere femminile, facilmente corruttibile dal Demonio e dalle sue tentazioni, ammesso che già non lo sia. Egli reca con sé un sinistro pupazzo con cui parla e che tratta come se fosse una persona reale. Se la corruzione dovesse rendersi manifesta, confido nell’intransigenza dell’Inquisitore, che ha già manifestato un certo biasimo per questi atteggiamenti, nel riportare il soggetto sulla Retta Via.
Il notaio Mauro è sembrato più interessato alla compilazione del suo quaderno che ad approfondire chi fossi o da dove venissi. In combattimento si è rivelato sorprendentemente letale, nonostante le scarse facoltà visive. Subisce un particolare fascino da libri e documenti ufficiali.
Fratello Guglielmo è il soggetto più difficile, si è rivelato coraggioso in battaglia, anche se poco efficace, nonostante le dimensioni. Tuttavia, egli ha manifestato moltissima diffidenza non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti della missione e di Vostra Eminenza stessa.
Vostra Umile Servitrice
Vostra Eminenza,
Un primo contatto con il gruppo assegnatomi è stato stabilito.
Padre Tommaso sembra molto devoto e allo stesso tempo intransigente, ha richiesto delle credenziali di un neonato di pochi mesi prima di imporgli una benedizione. Fronteggiando gli abomini che abbiamo incontrato si è rivelato risoluto ed efficace, riportando all’ordine Fratello Emilio che nonostante la grossa stazza e il suo continuo vantarsi della potenza della sua mazza (arma che, peraltro, nemmeno brandisce), è scappato frignando come la più tenera delle Novizie.
Riguardo a quest’ultimo, nutro molte perplessità. E’ sicuramente un soggetto instabile, alla continua ricerca di attenzioni da parte del genere femminile, facilmente corruttibile dal Demonio e dalle sue tentazioni, ammesso che già non lo sia. Egli reca con sé un sinistro pupazzo con cui parla e che tratta come se fosse una persona reale. Se la corruzione dovesse rendersi manifesta, confido nell’intransigenza dell’Inquisitore, che ha già manifestato un certo biasimo per questi atteggiamenti, nel riportare il soggetto sulla Retta Via.
Il notaio Mauro è sembrato più interessato alla compilazione del suo quaderno che ad approfondire chi fossi o da dove venissi. In combattimento si è rivelato sorprendentemente letale, nonostante le scarse facoltà visive. Subisce un particolare fascino da libri e documenti ufficiali.
Fratello Guglielmo è il soggetto più difficile, si è rivelato coraggioso in battaglia, anche se poco efficace, nonostante le dimensioni. Tuttavia, egli ha manifestato moltissima diffidenza non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti della missione e di Vostra Eminenza stessa.
Vostra Umile Servitrice
La casa delle nebbie
Caricato di traverso sul cavallo
quell’ubriacone, ci incamminiamo verso la Villa. Il signor Roberto
ci dice di aver già consegnato le chiavi al gruppo che ci precedeva,
e infatti nel cortile trovammo un’auto parcheggiata e una serie di
personaggi poco rassicuranti: il prete esorcista, un certo don
Ettore, un robusto tuttofare di nome Giovanni Caspio, una ragazza
pallidissima, di nome Annamaria Legresti, e il dottor Luigi
Proserpini: insieme, con il consenso della Curia (!!!) stanno
studiando come comunicare con l’Aldilà, quasi non fosse
sufficiente leggere la Bibbia per sapere tutto.
Ad ogni buon conto, ci stringiamo la
mano e ci scambiamo i documenti d’incarico, quindi entriamo:
notiamo subito che la serratura è stata a suo tempo forzata e poi
richiusa, ma la polvere che troviamo all’interno mostra che da
molto tempo non entra più nessuno – nemmeno il signor Roberto,
pagato per aver cura della casa.
A dire il vero, non entriamo proprio
tutti: fratello Emilio resta fuori, presso il pozzo, a cantare
canzoni discutibili con voce ebbra e – speriamo – a rinfrescarsi
le idee.
Appena messo piede nella casa, sentiamo
una sensazione malvagia, come un brivido occulto, e suoni strani. Ma
fossero solo i suoni! Il giovane converso, lasciato per un momento
solo in una stanza, viene tramortito da un colpo e – quando si
riprende – sostiene che un vaso si sia messo a volare verso di lui.
A me, però, va peggio: esco per raggiungere Mauro, che sta
analizzando il pozzo (dal quale fratello Emilio si è allontanato
perché avrebbe sentito un richiamo dalla foresta) e, non appena mi
avvicino, vedo il tuttofare dell’esorcista puntarmi contro il
fucile, con aria spiritata. Non contento, mi spara! Ci vogliono gli
sforzi congiunti miei e degli Ospitalieri per disarmarlo: dopo un
paio di schiaffoni, ritorna in sé, come da una possessione.
Rientriamo tutti - fratello Emilio
tornato dai boschi incluso – nella sala d’ingresso, dove il
giovane converso viene curato dal dottor Proserpini. Improvvisamente,
noto un’ombra inquietante scivolare nella stanza attigua: visto che
restare soli è poco salutare, faccio cenno a fratello Emilio di
venirmi dietro e la inseguo, ma nella stanza non trovo nessuno: solo
uno scarno arredamento, una sedia occultata da una coperta ed una
vetrinetta che custodisce un pupazzo. Un pupazzo? Ovviamente, compare
quel pazzo di Fratello Emilio, che con i pupazzi ha un rapporto
speciale, rompe la vetrinetta al grido di “Fidatemi di me, so
quello che faccio” e si mette a rassicurare il pupazzo. Meno
rassicurante è don Ettore, il quale ricorda che la vetrinetta, un
oggetto prezioso, andrà pagata da qualcuno. E tutti sappiamo chi sia
qualcuno.
Non abbiamo ancora finito di
solidarizzare con pupazzo, quando si sente un gran puzzo provenire
dalla stanza di fianco, che si rivela essere la cucina, fornita di
un’ampia dispensa, dimenticata da anni. Il cibo, tuttavia, è
inscatolato e non sembra poter emanare un puzzo tale. Dispensa
“ampia”, ho detto, ma non così ampia come parrebbe da fuori:
quel colosso di fratello Guglielmo dà una spallata al muro, che
viene giù facilmente, rivelando uno scomparto segreto.
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