giovedì 21 marzo 2019

"Quel che Iddio congiunse, uom non divida"


Tutti colpimmo più volte il morto: Mauro tirandogli addosso il diario, io e le due femmine con le pistole, ma nessuna di queste armi si dimostrò efficace. Bisognava combattere all’arma bianca. Fratello Gugliemo riuscì a staccare un arto, Mauro colpì da vicinissimo con la doppietta a canne mozze, scarnificando il petto del morto e mancando per una sorta di intervento angelico Fratello Guglielmo, impegnato in corpo a corpo. Io colpii al collo, la spada rimase piantata nei muscoli di quell’orrore e si spezzò. Colpirono anche le due femmine, gli tagliarono la testa, ma il morto continuava a combattere, con una forza tremenda: con un pugno, infranse l’armatura di Fratello Guglielmo e lo ferì, con un colpo ridusse Fanny in fin di vita. Solo Fratello Emilio non colpì: rientrato nella stanza grazie al coraggio infusogli dalle mie parole, sbagliò un colpo e tornò a fuggire, ma questa volta una mano lo afferrò e lo trattenne. Devo ammettere che non era la mia mano, ma quella del contadino, che si stava rianimando. Mauro fu incredibilmente pronto a colpirlo con un nuovo sparo di doppietta, che staccò di netto il braccio che tratteneva il prode ospitaliere.
Attacchiamo ancora, finalmente un colpo di accetta decisivo, menato dalla femminea ma non debole mano di Luisa o Lucia, divise in due il corpo del morto, già decapitato e senza un braccio: eravamo malconci ma salvi.

4 commenti:

  1. Chiamiamola Luana e tagliamo la testa al mor... ehm pardon al toro!

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  2. La testa si taglia sempre alla zebra animale sacrilego

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  3. Occhio alla zebra... quando ti sembra di averla "matada" lei ti sviluppa la remontada!
    Antica citazione madrilena! XD

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