sabato 9 marzo 2019

"Lontano da Roma, più vicini a Dio"


Partimmo il mattino dopo, a cavallo. Oltrepassammo Stupinigi, dove fratello Emilio e fratello Guglielmo si misero in testa alla spedizione per notare meglio eventuali pericoli, ma di fatto notando solo contadinelle. A dire il vero, le notò quasi tutte fratello Emilio, perché fratello Guglielmo sembrava vedere solo l’enorme elmo che gli proteggeva la testa. Il mio notaio notò anche che fratello Emilio aveva uno strano rigonfiamento nello zaino: a richiesta, l’Ospitaliere disse che si trattava di un pupazzo ereditato dai suoi avi, che teneva sempre con sé. Una spiegazione quanto mai sospetta.
Superata Pinerolo nel rispetto della folla, proseguimmo su per la val Pellice sin quasi a Torre Pellice, quando notammo una figura indistinta apparire, confusamente, sul ciglio della strada nella nebbia crepuscolare. Per la prima volta, i due Ospiralieri assunsero un atteggiamento quasi marziale nel procedere, operativi e militareschi, verso il pericolo. Poco dopo, sentimmo dei colpi, ma nessun urlo. Ci avvicinammo: un uomo (evidentemente un innocuo larvalis) era stato crocefisso ad un palo, in un’oscena parodia della Passione, con una corona di spine. Le condizioni del poveretto erano pessime, in parte per via del suo assassinio, ma soprattutto per le inutili mazzate generosamente elargite dai nostri due soldati, che ci impedirono una vera e propria analisi. Fratello Guglielmo osservò che, forse, avremmo dovuto tenere un profilo basso a Pinerolo, ma che, se ci fossimo sbrigati, avremmo potuto confidare che nessuno ci avesse preceduto per raccontare il nostro arrivo.
La femmina di excubitor di nome Laura (o Luisa, non ricordo bene) si offrì di andare in avanscoperta a Torre Pellice, mentre noi avremmo seppellito il cadavere. Poco dopo, ella tornò con notizie agghiaccianti: l’Eresia era penetrata in città!
Le mura erano sguarnite, tutti gli abitanti della cittadina erano in piazza principale, dove si trovavano alcuni roghi (due già accesi) e un palchetto da inquisitore, dal quale concionava Usteboge, il famigerato ex inquisitore, eretico e scomunicato.
Decidemmo di intervenire subito: scavalcammo le mura sguarnite, passando dalla villa del conte Pautasso (attigua alla città), avanzammo nelle tenebre, sgattaiolammo fra i viottoli, ci appostammo, attaccammo!

1 commento:

  1. Che bella un'avventura ambientata in Piemonte, conoscendo benissimo i posti te la godi molto di più!

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