
Avevamo appena finito di ascoltare il
racconto, quando arrivammo a destinazione, dove già ci attendevano i
nostri nuovi compagni. Insieme, salimmo nella sala del palazzo della
Contessa: vi era tutto il cosiddetto “bel mondo” torinese.
Subito, ci accolse la Contessa Maria Stella Bottero in persona, una
donna sui trentacinque anni con due opere del Demonio di almeno
quarto, se non quinto, livello in bella evidenza, che subito
attrassero l’attenzione di fratello Emilio. L’incauto iniziò a
gettare avances adatte ad un’osteria di infimo livello, che
ovviamente infastidirono la nostra nobile ospite, la quale era invece
desiderosa di avere informazioni sulla nostra missione. Io sostenetti
di non saperne ancora nulla, ma ne approfittai per elogiare Don
Gerardo che, a quanto mi parve di notare, era desideroso di
avvicinare la Contessa alla Parola del Signore. Credo di aver agito
saggiamente, per acquisire credito verso un importante uomo di Chiesa
e, di conseguenza, avvicinarmi a Dio.
Dopo aver sopportato l’imbarazzante
atteggiamento di fratello Emilio per tre ore buone (e dopo aver avuto
richiesta da Don Gerardo di presentare un rapporto dettagliato sul
comportamento dell’ambiguo Ospitaliere durante la missione, nonché
dopo essere stati presentati a due industriali della città, Ferrero
e il Conte Gallo), potemmo finalmente ritirarci.
La contessa Bottero in abito da sera
Si inizia subito con torbidi omicidi e femmes fatale.
RispondiEliminaMolto bene