mercoledì 1 maggio 2019

"Ognuno è ebreo di qualcuno"


Mentre Fratello Emilio e Fratello Guglielmo agonizzavano per le ferite riportate nel conflitto con gli eretici e Fanny vagava terrorizzata per le campagne attorno al covo di costoro, io ed il mio buon notaio Mauro ci dedicammo a interrogare il sospetto (di assassinio e di eresia) Toaff. Dopo averlo ammanettato, cominciammo a parlare dei libri ebraici trovati nella sua cantina, chiaro indizio di nicomedismo. In modo poco credibile, sostenne di essere collezionista, negò di sapere cosa ci fosse nella bara sul carro e affermò perfino di essere venuto in questo luogo da solo, mentre noi sapevamo che era stato visto accompagnato da una sorta di gigante, che non era stato fermato nemmeno dai proiettili al posto di blocco. 
Ah, se avessimo saputo allora quel che avremmo scoperto in seguito! Ma l'onniscenza è propria del solo Dio, quindi forse il mio rammarico e blasfemo, e me ne pento. Però, detto fra noi o Signore, non avresti potuto dirmi prima che quella dei Golem non è soltanto una leggenda? Per noi, quell'enorme ammasso di argilla antropomorfo era solo una curiosa statua. Sì, nei nostri studi avevamo sentito di questi esseri pericolosi e senz'anima evocati dalla negromanzia dei deicidi per difendersi dai giusti pogrom messi in atto dagli uomini timorati di Dio, ma credevamo che fosse una semplice leggenda. Fratello Guglielmo, curatosi alla meno peggio, vide perfino la scritta "emet" sulla fronte del mostro, oltre alla scritta "Guglielmo" incisa poco prima sulla chiappa destra della statua da Fratello Emilio (scritta che il nostro Ospitaliere provvide ad eliminare con una strisciata del suo Expiator. 
Mentre pensavamo al da farsi, pensammo di intrattenerci con un piccolo rogo: bruciammo il carro con la bara sopra e lo strano cadavere che vi si trovava dentro. Arse tutto e, al momento culminante, si udì un grido abbastanza raccapricciante, ma per fortuna di breve durata.
Seguì un momento un po' confuso. Toaff provò a lamentarsi di essere maltrattato e interrogato con atteggiamento duro, nonché ammanettato, io e Mauro discutemmo della possibilità di istituire su due piedi un piccolo tribunale inquisitorio per poterlo torturare in piena legittimità; intanto, Toaff si mise a raccontare di aver conosciuto Baracca, il nonno prode di Fratello Emilio (ah, la decadenza del genere umano!). Fratello Emilio lo prese pertanto in simpatia e ci chiese di liberarlo... Fra una baraccata e l'altra, Toaff ci rivelò anche che i suoi rapitori si chiamavano con i nomi degli scacchi (ma non sentì mai chiamare né il re, né la regina e affermò che Pannacci lo odiava sin dalla Guerra Mondiale, perché aveva quasi distrutto la sua unità. Fanny, che nel frattempo aveva superato la paura ed era tornata, notà che Toaff aveva ucciso il carceriere che avremmo voluto interrogare: era stato solo un episodio casuale di comportamento?
In un momento di pausa dall'interrogatorio, Mauro provò a ricalcare un blocco note e vide che, negli ultimi giorni, era stata scritta una lettera indirizzata a qualcuno a Vicus Novus.


4 commenti:

  1. ... in effetti è assolutamente impensabile che la leggenda sul golem possa avere una qualche sorta di fondamento, soprattutto in un mondo in cui i morti tornano in vita per tormentare i vivi, suvvia un po' di razionalità! XD
    Comunque Toaff va immediatamente liberato: il fatto che conoscesse Baracca, è un chiaro indizio d'innocenza!

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  2. Chissà che oscuro rituale si celava dietro la scritta "Guglielmo" sulla chiappa del Golem...
    Inquietanti interrogativi...

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  3. Bravo Mr Mist. Tu hai capito tutto... Toaff andava liberato

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