martedì 27 novembre 2012

L'ultima missione di Baracca


Quasi un mese di arresti domiciliari dopo (mentre la campagna per la presa dell'isola procedeva di successo in successo, e il sedicente Minosse era messo alle strette), finalmente un Santo Tribunale Inquisitorio si stabilì a Creta per riportare il Vero. Lo attendevo con la fiducia dei giusti, e ne avevo ben donde: esso non solo stabilì il vero, ma mi permise anche di spiegare la mancata esplosione del Connestabile al colpo di Stocco Papale.
Io, Fratello Giocondo, Fratello Ruggero, il tedesco Lothar e Accobelli sedevamo al banco degli imputati; quest'ultimo, si incaricò anche di difenderci. L'Inquisitore, Sua Eccellenza don Claudio, iniziò subito gli interrogatori, chiedendo a Lothar perché fossimo armati ad una cena, e Accobelli cominciò a dimostrare la sua virtù argomentativa, spiegando che era una norma di sicurezza tenersi sempre pronti in zona di guerra. E così, guidato dalla voce del Signore che giuda infallibilmente i Giusti nella propria difesa, ribatteva ad ogni domanda, come uno Scudo di Fede, e quando io rivelai che eravamo inviati del Sant'Uffizio, mandati a smascherare un infiltrato nell'Ordine, individuato nel Connestabile (come provava il cavallo nero tatuato sulla spalla, segno degli affiliati ai Decussi), la partita sembrava vinta.
Almeno, fino a quando si parlò di Fratello Giocondo.
A questo punto, Sua Eccellenza l'Inquisitore (dopo aver senza difficoltà mostrata l'instabilità mentale del soggetto, anche con alcune registrazioni che ne mostravano le possessioni e la testimonianza delle “mogli di Minosse” da lui molestate) ci mostrò delle foto inequivocabili, che mostravano Fratello Giocondo intento a darsi al buon tempo con avvenenti e disinibite fanciulle (il che non era difficile a credersi), ma anche in compagnie compromettenti: spie del Quarto Reich. Altre carte testimoniavano che aveva mandato continue informazioni su Malta a tali emissari dell'eretica potenza germanica.
A nulla valse che Antonio Maria Accobelli ricordasse le prove di valore dimostrate da Fratello Giocondo; a nulla il disperato intervento di Lothar: come è giusto, l'Inquisitore condannò il reo al rogo.
Noi tutti fummo, invece, dichiarati innocenti, ed io anzi menzionato con merito e ufficializzato come Cappellano Militare dell'Ordine Ospitaliero.
Sarà dura redimere questi poco pii fratelli, ma il Signore mi darà la forza.

Grazie, Signore! Se avessimo colpito il Connestabile uccidendolo senza creare un caso da processo, forse non sarebbe stata svelata l'altra Serpe che la Santa Madre Chiesa allevava nel suo seno, Fratello Giocondo, che con perfida astuzia da una parte si mostrava coraggioso, dall'altra mirava alla distruzione dell'Ordine Ospitaliero, provando ad uccidere con le sue granate, quando se ne prestava l'occasione, i massimi gradi di tale Ordine; inviando le sue informazioni fuori; soprattutto, fiaccando gli spiriti degli uomini attraverso il peccato di lussuria, da lui così fomentato anche attraverso la blasfema istituzione del Convento della Rasata.
La sera stessa, il suo corpo mortale ardeva sul rogo. Che Dio accolga la sua anima fra i giusti. Anzi, le sue anime. Dopo la giusta permanenza in Purgatorio. Anche se dubito che lo farà.

Il mattino dopo, un messo di Minosse veniva a chiedere pace e collaborazione, proprio mentre da Malta ci segnalavano che una nave era sbarcata sulle coste; una nave guidata da una Mummia, un morto (apparentemente) di cinquemila anni prima. Assurdo e inconcepibile!
Ma non solo quello che accadeva a Malta e in Egitto era incredibile. Ricevemmo il messo: era del tutto uguale a Fratello Giocondo.

2 commenti:

  1. Non bastano le fiamme a uccidere Baracca, la sua leggenda sempre vivrà e si riincarnerà in altri e altri ancora...

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    1. Baracca è un mito immortale però dovrebbe stare più attento alle altre personalità con cui condivide il corpo!

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