mercoledì 21 novembre 2012

Il Serpente nel Sacro seno della Chiesa


Guardati dai pagani, dai nemici esterni della Chiesa, certo, ma non dimenticare che i più temibili nemici della Fede si nascondono nel suo seno, come ben sa da secoli la meritoria istituzione della Santa Inquisizione, che tanti eretici ha giustamente arso vivi. La Chiesa moderna non è da meno.
Fieri dell'aiuto concessoci dall'Altissimo nella nostra impresa di liberazione degli Ospitalieri imprigionati, tornammo al campo con un peso aggiuntivo: Fratello Giocondo, forse in ossequio alle sue parti meno nobili, aveva anche catturato le avvenenti meretrici che avevano indotto sulla via del peccato i nostri militi e poi li avevano addormentati per agevolare l'ingresso al forte dei pagani. Tuttavia, devo ammettere che non sbagliò fino in fondo: avremmo potuto interrogarle. Fratello Ruggero poté, infatti, parlare con una di loro, che sembrava esserne la guida e che sapeva esprimersi in italiano. Certo, non fu facile: Fratello Giocondo era troppo interessato, riguardo alle donne, a particolari e dettagli che esulavano da quelli prettamente attinenti alla tattica di guerra per liberare l'isola dalla pagania. Fu necessario tramortirlo con i possenti pugni di Fratello Ruggero (che Dio gliene renda merito).
Le meretrici si qualificarono come “mogli di Minosse”: sposate con cretesi, erano anche concubine del sessantenne dittatore infedele, a loro dire perché altrimenti la loro famiglia sarebbe stata sterminata (ma non sembravano particolarmente pentite). Fratello Ruggero promise loro che non le avrebbe punite, se ci avessero dato tutte le informazioni utili a liberare l'isola dal flagello pagano. Esse acconsentirono, ma non potemmo parlare: le sentinelle corsero ad avvertirci che stavano arrivando ben venti navi battenti bandiera cristiana, con in testa una Galeazza guidata addirittura dal Gran Contestabile in persona! Bisognava accoglierlo, e così Ruggero ordinò che le donne fossero piantonate in Chiesa (scoprimmo in seguito che Fratello Giocondo riuscì egualmente ad importunarle, eludendo la sorveglianza).

Il Contestabile si dimostrò subito una persona priva di ogni scrupolo religioso: accettò il patto che avevamo stretto con i tedeschi, ma volle che le donne fossero uccise (e questo era comprensibile) dopo che i militi si fossero presi diletto con loro (e questo era peccato!). In pratica, Ruggero era esautorato, e Fratello Giocondo meditava una liberazione delle meretrici, che io stesso mi trovai ad incoraggiare.
Ebbene sì, la incoraggiai. Antonio Maria Accobelli aveva infatti interpretato un messaggio cifrato nascosto dal nostro informatore a Malta (e che probabilmente era stato ucciso proprio per questa scoperta): il Gran Contestabile era un eretico, un infiltrato dei Decussis Sanguigni! Lo provava il tatuaggio dell'organizzazione che portava sulla spalla, oltre ai suoi ordini peccaminosi. Non c'era altra possibilità che ucciderlo, e così ci risolvemmo a fare io e Antonio Maria Accobelli, e ci avrebbe molto aiutato la confusione causata da una fuga che – se fosse stata organizzata da Fratello Giocondo – sarebbe sicuramente stata scoperta. Ubi maior, minor cessat.

Tutte le nostre trame, i nostri piani furono mandati in fumo dall'azione del Contestabile: spesso il Maligno opera rapidamente nelle sue azioni, che però non sempre vanno a buon fine. Egli invitò me, Antonio Maria Accobelli, il colonnello tedesco con il suo secondo Matthaus, nonché ovviamente Fratello Ruggero con il suo secondo Giocondo ad una cena privata. Lo osservai: mangiava lo stesso cibo che ci veniva servito, così anche se non mi fidavo di lui ne assaggiai egualmente, immaginando che le insidie sarebbero arrivate da altre parti.  Invece, improvvisamente Antonio Maria Accobelli e Matthaus cominciarono a vomitare sangue, caddero come morti con il volto nel piatto. Anche io non mi sentivo bene, e ho la netta impressione che lo stesso provassero Fratello Ruggero e Fratello Giocondo. Il Contestabile balzò in piedi tenendosi la pancia, ma troppo arzillo per essere veramente avvelenato, accusando a gran voce il colonnello tedesco, al quale sparò un colpo alla tempia. Intanto chiamava le guardie: due ospitalieri entrarono di gran carriera.
Come aveva potuto avvelenarci senza avvelenare se stesso? In quel momento, non era tempo di interrogarsi, ma solo di sguainare lo stocco e difendersi: dovevamo lottare per le nostre vite, poi ci saremmo scagionati.
Ma per scagionarci, dovevamo sopravvivere.
Sguainai a fatica lo stocco: spero che il Signore ci venga nuovamente in soccorso contro questi nuovi, più infami Suoi nemici.

3 commenti:

  1. Mannaggia hai finto il post sul più bello, cavolo! Eh adesso cosa accadrà ai nostri eroi?

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  2. ci sarà un colpo di scena... e qualcuno ci lascerà le penne!!!!

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  3. Immagino che il tedesco sia un diabolicus...

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