domenica 1 maggio 2022

L'orologio di Vion fa... U.S.A. Army

 


Arriviamo a Marsiglia. Il comandante dei templari della città ci accoglie e quando gli raccontiamo cosa è successo a Saint Crepain, ci elogia per il lavoro svolto e ci rifornisce armi e provviste per il viaggio. Dobbiamo dirigerci verso Parigi e la nostra prima tappa sarà Lione, da dove fratello Simoncino è passato.

Non indugiamo e partiamo alla volta delle terre perdute. Rinunciamo ad un comodo camion e preferiamo i cavalli per non dare nell’occhio in quei territori dove regna barbaria e morte. Raggiungiamo, senza troppi problemi Valence, l’ultima città liberata dal Sanctum Imperio. Da quel punto in poi potremmo contare solo su noi stessi. La città è principalmente abitata da cacciatori di morti e non abbiamo fortuna neanche con il parroco, nell’avere informazioni sul passaggio di fratello Simoncino.

Proseguiamo la nostra ricerca verso nord e ci imbattiamo nelle rovine di Vion. Fratello Vasco appare sempre di più intraprendente e a suo agio nelle sue terre e nota il cadavere in decomposizione di un soldato americano appeso alle lancette del campanile con il suo paracadute. Visto la decomposizione del corpo che ancora si muove a scatti, poteva essere li da anni. La curiosità ci porta a controllare e convinciamo anche fratello Furio, che era rimasto titubante.

Non sembrano essere presenti trappole o rischi di agguati. Il villaggio o meglio, ciò che ne resta, è disabitato. Il campanile parzialmente danneggiato e la scala per salire in cima inutilizzabile. Forse quello era il motivo per cui quel cadavere era ancora li appeso con l’equipaggiamento intatto. Vasco decide di arrampicarsi, provo ad aiutarlo, ma vedo che anche senza di me riesce a scalare 20 metri di campanile con agilità e tagliare le corde del paracadute che legano il morto.

Il corpo cade, applausi a Vasco. Dal morto recuperiamo un mitragliatore Thompson, 2 caricatori, 2 granate, 2 cicalini e una targhetta identificativa. Il cadavere continua a muoversi e si avventa su lui fratello Ludovico. Lo fa a pezzi, forse con una foga esagerata e vediamo che si gira dolorante verso di noi con un copri stinco danneggiato, lui dice per l’attacco di un braccio del morto, noi capiamo essere il colpo della sua mazza, che si è autorecato. Tratteniamo le risa.

Il bottino trovato è prezioso e con il morale alto continuiamo verso nord.

Nessun commento:

Posta un commento