sabato 16 novembre 2013

Visita ai Four Ravens



Il viaggio alla volta di quel che resta di Londra, lasciato il castello dei sopravvissuti “appesantiti” di qualche utilissimo litro di carburante, procedette sotto la benevolenza del Signore, che non frappose ulteriori malignità da debellare.
Solo quando le rovine delle case si fecero più fitte, il Capitano ordinò maggiore prudenza, e rallentammo il procedere degli automezzi. Del resto, le strade erano sempre più sconnesse e ingombre di ostacoli, parte di quella natura che è facile attribuire alla semplice incuria, parte che (non poteva sfuggire all'occhio attento di un gruppo di veterani) erano stati senza dubbio posti ad arte, in modo da rallentare la corsa di visitatori indesiderati. Tutto, dunque, lasciava supporre che la zona fosse presidiata da umani, nella migliore delle ipotesi, da morti senzienti nella peggiore. Purtroppo, non c'era altra via verso la nostra meta.
Ad un certo punto, trovammo addirittura un carro armato, uno Sherman visibilmente in disuso – aveva perfino un cingolo staccato – che però volemmo egualmente ispezionare. Il Capitano mandò avanti il nostro carrista di fiducia, il disertore Kartoffen. Circostanza singolare per qualcuno che asseriva di essere stato un carrista, la sua stazza gli permetteva a stento di inserire la testa nella carlinga: di far passare le spalle non c'era modo. In effetti, era evidente che non avremmo trovato nulla, ma il Capitano aveva ordinato la missione per rendere chiaro che nessuno, oramai, credeva che Kartoffen fosse veramente chi asseriva di essere.

Procedemmo ancora un poco e, come previsto, ci trovammo circondati da un gruppo di militari con divisa inglese. Non sembravano avere cattive intenzione, così deponemmo le armi di buon grado. Solo in quel momento ci rendemmo conto che Joe e Liza erano spariti. Il Capitano chiese ed ottenne di cercarli, prima di raggiungere me e Kartoffen al rifugio dei sopravvissuti che avevamo incontrato. Arrivarono al centro poco dopo di noi, con Joe e Liza fra i quali doveva essere accaduto qualcosa di spiacevole, perché i cinguettii dei giorni precedenti avevano lasciato il luogo a musi lunghi. I più maliziosi ipotizzarono che lei avesse avuto una spiacevole sorpresa nel momento in cui si era trovata sola con lui, ma le spiegazioni plausibili erano molte.
Il centro nel quale ci trovavamo, che ospitava un centinaio di sopravvissuti, era una vera e propria fortezza, mirabilmente organizzata e splendidamente difendibile, al cui interno si trovavano orti, piccoli allevamenti, un refettorio, cucine, camerate...e laboratori.
Già, laboratori.

3 commenti:

  1. Diciamo pure che il piccolo carro inglese sembrava il gillet con cannone di Kartoffen... Abbiamo usato un bel po' di grasso per estrarlo!

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