È davvero meraviglioso riempirsi gli occhi con le
manifestazioni di Fede che naturalmente emanano dal popolo non appena viene
estirpata l'eresia! Quale prova migliore di come i cuori degli uomini siano naturaliter
cristiani cattolici, se non vengono deviati e oppressi dalla falsa
dottrina?
Così, non appena avemmo concluso il nostro sacro dovere con
Don Avati ed i suoi accoliti, fummo circondati da tutti gli abitanti di S.
Ezechiele tranne una (che aveva voluto ringraziare in particolare con
Vent-Otto, alla maniera dei peccatori), e, festanti, si unirono a noi per una
messa notturna, di quattro ore, che volli celebrare io stesso. La prima
consacrata dopo anni. Quei volti, così commossi all'udir parlare di giustizia
Divina, avevano qualcosa di soave, di meraviglioso. Il loro pentimento appariva
così puro che abbandonai ogni proposito di soffermarmi ad indagare se ci fosse
qualcuno da condannare al rogo, anche perché maggiori impegni ci chiamavano
altrove, a Ravenna.
Il popolino avrebbe voluto trattenerci, mi offrì di rimanere
come loro curato , e lo esprimeva in ogni modo, con suppliche, ma sta scritto
che i servi del Signore non devono fermarsi mai in un luogo più del necessario
ad adempiere la missione che è stata loro assegnata. Così sfuggiamo i rischi
della vanagloria, perché nell'esaltazione sarebbe troppo facile dimenticare che
siamo solo polvere, e polvere ritorneremo (anche ora).
Dovemmo quindi rifiutare, e ci rimettemmo in marcia verso
Ravenna, con la promessa di inviar loro un prete conforme alla purezza dei loro
animi.
La strada non era né bella, né comoda, anche a causa delle
recenti piogge, ma appariva relativamente sicura, e così fu sino a sera, quando
riparammo in un avamposto del dazio, per una sera tranquilla e non priva delle
piccole soddisfazioni che allietano i giusti. Il luogo era custodito da alte
mura, un pugno di uomini e da Don Ballinzoni, un buon uomo, che nonostante
fosse forse troppo liberale (inorridii quasi al sapere che l'uomo che, per aver
bestemmiato durante una partita a carte, era appeso quale monito nella Gabbia
del Pentimento per alcuni giorni pasteggiava quotidianamente con pane e acqua),
riusciva a mantenere un contegno decente perfino nella taverna. Qui io e
Fratello Celestino chiacchierammo con alcuni avventori, mentre Fratello
Gioacchino e Vent-Otto si ritirarono in camera. Considerato che l'oste aveva
una figliola, ho guardato a tale scelta del nostro Germano come un indizio che
il Signore, forse anche accompagnandolo con pii sodali, gli avesse toccato il
cuore.
Fratello Celestino parò per un po' con un sedicente tenente
americano, cacciatore di morti fuoriuscito dalla temibile banda del Generale
Moore a causa di dissidi con i troppo brutali e poco onorevoli modi del suo
capo; io scambiai alcune parole con un mercante itinerante, ma non ne carpii
alcuna informazione utile, salvo che anche l'Illustre Inquisitore Claudio Maria
Tandrelli (Frate Ruina) si aggirava in quelle zone.
Al mattino, riprendemmo il
nostro viaggio per Ravenna, e vedemmo con mano quanto ricca d'insidie sia
la vita dell'uomo, che anche quando si sente sicuro può essere toccato dalla
sorte, e quindi non deve mai indugiare nel peccato, ma sempre essere vigile
come una vergine che, con la lampada, attende la sposa.
Due morti stavano percuotendo la porta di un carro
scarlatto, semirovesciato sul ciglio della strada. I cavalli giacevano in
terra, già dilaniati. Senza porre tempo in mezzo, ci lanciammo in soccorso dei
vivi che, evidentemente, si trovavano all'interno del veicolo. Vent-Otto era
così desideroso di mostrare la superiorità del suo fucile, che dimentico di non
essere un buon cavaliere sparò un colpo che, oltre ad andare a vuoto,
compromesse seriamente la sua stabilità, e solo per buona sorte non ruzzolò nel
fango.
Nel frattempo, io e Fratello Celestino eravamo giunti corpo
a corpo. La carica del Templare fu devastante, in pochi secondi rese
inoffensivo un Morto, mentre io faticai un po' di più nello sbarazzarmi del mio
(del resto i Templari sono il braccio armato di S. Madre Chiesa, noi
Inquisitori abbiamo il compito di indicare la retta via), anche per via delle
pallottole di Vent-Otto che fischiavano intorno, fortunatamente senza colpirmi,
e di ciò ringrazio Iddio, perché pretendere che colpissero addirittura il mio
avversario sarebbe stato troppo, a meno che Santa Barbara stessa non le avesse
guidate.
Appena fu tutto finito, dal carro emersero un teatrante e
suo figlio, colmi di gratitudine. Il teatrante era anche un ottimo artigiano
delle maschere, e per sdebitarsi riparò la maschera demoniaca che i miei
compagni di strada avevano trovato rovinata. Purtroppo, non seppe dirci nulla
che già non sapessimo su di essa.
Ci accompagnammo sino a Ravenna, dove ci separammo: il
teatrante si indirizzò da suo padre, che lì risiedeva, noi ci indirizzammo alla
Rocca templare, dove Fratello Celestino fu accolto con ogni onore, mentre
Vent-Otto in quanto peccatore, ed io in quanto Inquisitore, fummo relegati in
una casupola esterna.
Da una parte il mio cuore fremeva d'ira per l'arroganza dei
Templari, che scioccamente perseguono la divisione fra coloro che dovrebbero
essere fratelli in Fede, come se la lotta contro il Male che alberga nel mondo
potesse essere condotto da loro soli, e non da tutti gli uomini pii e di buona
volontà assieme. Ma, dall'altra, capivo i loro cuori accecati dall'orgoglio e
dai pregiudizi contro gli Inquisitori, che troppo instancabilmente predicano e
indicano e all'occorrenza impongono financo con il fuoco la via della virtù, e
sta scritto che i servitori di Cristo saranno odiati a causa del Suo Nome.
Ma, quando oramai la sera era già calata, comparve fra noi,
nella casupola, portando un gran vassoio di cibo, Fretello Celestino.
La Fede unifica e fortifica i virtuosi, oltre i simboli che
recano sul petto.
C'è speranza.
Sei un prete mancato Jacopo!!
RispondiElimina"...essere vigile come una vergine che, con la lampada, attende la sposa." T_T
RispondiEliminaLO SPOSO! almeno facciamole bene le citazioni
E' che dopo il disastro c'è stato qualche problema nella trasmissione dei libri :D
RispondiEliminaSi vede che nella vita reale non sono stato abbastanza all'oratorio.
Ormai non lo correggo più!!!
RispondiEliminaChe rimanga a imperitura memoria dell'ignoranza di certi bigotti! :O
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