venerdì 4 novembre 2011

Vent-Otto è il nostro capo e si chiama Astarotte...

Mi sveglio di soprassalto. Sudato.

Sono ferito. Bendato. Dolorante. Quindi, vivo.

Vivo, quando per un momento avevo temuto di essermi sì svegliato, ma come Morto.

Ignorando le ferite e i terribili dolori che mi causa ogni movimento, mi getto in ginocchio ed innalzo al Signore la più fervente delle mie preghiere, perché ancora ha voluto concedermi tempo per portare avanti la Sua missione. Se mi avesse chiamato a Sé non avrei avuto motivo di dolermi, ma non prima di aver debellato quell'oscuro e blasfemo male che serpeggiava in Terra, nelle sette degli adoratori del Demonio.

Perdona, Signore, questa mia ambizione! So di essere solo un insignificante strumento nelle Tue mani, eppure, come ciascuno dovrebbe, sento profondo il dovere di estirpare il male con tutte le forze che Tu mi concedi.

E forse per questo hai voluto salvarmi ancora una volta, nonostante i miei peccati.

Dopo la prima notte nella Rocca, avevamo avuto un paio di giorni per prepararci alla notte del rito: decidemmo di prendervi parti sotto le mentite spoglie degli affiliati di Firenze, che avevamo sterminato, a quanto di risultava, e dei cui segni di riconoscimento eravamo in possesso. Eravamo convinti che questo fosse il solo modo per arrivare al luogo del rito, sabotarlo e allo stesso tempo individuare gli adepti della setta demoniaca, né ci fidammo delle autorità, temendo collusioni con la setta che aveva dimostrato di essere potente e ramificata.

Procuratici abiti borghesi, ci presentammo alla piazza della Santa Romana Chiesa, il luogo convenuto per incontrare gli adepti degli altri gironi. Qui dovemmo attendere per ore: dapprima fummo avvicinati da un individuo, forse inviato per depistarci, ma solo quando ci si presentò una bimba, secondo quanto scritto nelle lettere da noi intercettate, la seguimmo, la seguimmo sino ad un'ampia magione di periferia, nella quale fummo introdotti da un poco ospitale individuo armato di una doppietta, alla vista della quale allibii: un brivido presago mi percorse la schiena, ma volli ignorarlo. Il tizio ci accompagnò ad uno spogliatoio, ma prima di lasciarci accedere ci chiese le armi, nonostante avessimo fatto del nostro meglio per occultarle. Solo la Colt di Fratello Celestino rimase in nostro possesso.

All'interno, c'erano gli abiti di coloro che ci avevano preceduti: era evidente che alcuni si erano completamente spogliati, altri si erano limitati a levarsi la giacca, altri ancora si erano tolti solo una parte dei vestiti. Condotti da religioso pudore, noi veri o falsi uomini di Chiesa rimanemmo vestiti, mentre Vent-Otto si levò calzoni e mutande, ponendo in evidenza la sua oscena virtù.

Sospirai prima di indossare la mia maschera, quella dell'oscuro Baal, ma sta scritto che gli uomini saranno giudicati dai loro frutti, ed io compievo l'apparente male per un fine buono. Chiedendo perdono a Dio, mi celai dietro quel blasfemo idolo, e lo stesso fecero i miei compagni. Avevamo assegnato, forse sconsideratamente, il ruolo di Astarotte, Demone Sommo del nostro girone a Vent-Otto, ritenendo che fra tutti fosse quello con maggiore familiarità con il Demonio.

Io, invece, presi la Colt.

Appena entrati, però, colui che avrebbe dovuto guidarci fu subito distratto: una donna bellissima, nonostante la maschera che portava sul volto, gli si avvicinò, e subito cominciarono ad intrattenersi sconciamente, con la stessa mancanza di vergogna che dimostrano le bestie. Signore! Ho scritto “donna bellissima”! Forse il mio occhio cadde su di lei in modo impuro? Forse fu questo il peccato che punisti poi con quello che sarebbe accaduto in seguito?

In breve, la situazione precipitò. Cercammo di evitare le conversazioni, per non tradirci, ma spesso fummo in parte costretti a parlare. Un uomo ci avvicinò per testare la nostra fiducia nell'imminente rito, e affermammo di riporvi grandi speranze (eppure, forse, quell'uomo era un oppositore interno alla setta, che avrebbe potuto essere un alleato).

Fu Fratello Gioacchino, però, a commettere l'errore decisivo allorché, conversando con una donna che pure già aveva provato a verificare la nostra identità fingendo di confonderci con la setta di Bologna, le disse che tale comportamento “non era da lei”, quando evidentemente non si erano mai visti.

Da questo momento, la situazione precipitò rapidamente. La donna sparì, poco dopo rientrò nella stanza accompagnata da un uomo il cui volto era coperto dalla maschera di Belzebù: era il sacerdote più elevato. Entrambi avevano in mano pistole, e le puntavano contro Fratello Gioacchino. Anche l'uomo con la doppietta era entrato da un'entrata posteriore.

Colui che si faceva chiamare Belzebù interpellò Vent-Otto, che ancora non aveva concluso la sua sconcia attività, chiedendogli quali fossero i sistemi di selezione degli affiliati della setta di Firenze. Egli rispose sconsideratamente: “Fra i più devoti adoratori del Demonio!”.

Un colpo diretto alla sua fronte, precisissimo, pose immediatamente fine alle sue pene (ed ai suoi peccaminosi godimenti) terreni. Fratello Gioacchino fu pure immediatamente colto da un secondo proiettile, in pieno petto, e si accasciò esanime.

Io e Fratello Celestino rimanemmo un momento sconcertati, ma subito comprendemmo di trovarci in una situazione quasi disperata. Io mi gettai fuori da una vicina finestra, ma commisi l'errore di voltarmi invece di correre direttamente ad avvertire le autorità: lo sparo della doppietta mi investì, mi accasciai in terra, convinto di morire, con in bocca una preghiera estrema ed un ringraziamento per quanto mi era stato concesso. Vidi confusamente Fratello Celestino fuggire, lo benedissi, caddi in quella che credevo essere la morte.

Mi sbagliavo.

Fratello Celestino si era reso conto che per me non era ancora finita, mi sollevò a forza, io mi ripresi, camminando come in trance, sostenuto dalla Fede molto più che dalle mie misere forze mortali, quasi senza rendermene conto riuscii ad allontanarmi. Ci imbattemmo (come mi fu raccontato: io non rammento nulla di queste ore) in un gruppo di excubitores di ronda, spiegammo la situazione. Io persi di nuovo i sensi, e fui condotto nello Spedale nel quale ora mi trovo. Fratello Celestino, invece, sano, tornò alla magione con rinforzi, ma non trovò nessuno di vivo: c'erano solo i cadaveri, ridotti in pezzi inoffensivi, di Vent-Otto, l'uomo che portava la maschera di Belzebù e di quello armato di doppietta. Nessuna traccia di Fratello Gioacchino: che si fosse salvato anche lui?

Probabilmente, nonostante tutto, il rito era fallito, non grazie a noi, ma ad un regolamento di conti interno alla setta.

Il Signore ci aveva usati per distrarre il capo dei blasfemi da ciò che si preparava per lui, in modo da far fallire il suo proposito blasfemo, ma allo stesso tempo non aveva voluto che noi, peccatori e indegni, fossimo innalzati nella gloria.

Il più inveterato dei peccatori aveva posto fine alla sua esistenza, ma evidentemente anche nei nostri cuori albergava il peccato. Forse non avevo io stesso osservato con occhio non colmo di disprezzo quella donna ignuda? Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa!

Forse non ci eravamo affidati proprio a Vent-Otto? Quale follia ci aveva ottenebrato la mente?

Quanto ci era accaduto era soltanto un avvertimento inviatoci dal Signore: saremmo potuti morire tutti nell'impresa, e, quel che è peggio, fallire il nostro scopo.

Sia lode alla Sua infinita saggezza!

Ma sta scritto che “Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo”.

Ecco, dunque, io ora, qui, me lo cavo, perché mi sia di monito per il peccato in cui sono caduto, e ciò mi dissuada dal farlo ancora in futuro! Tutto a maggior Gloria del Signore!

7 commenti:

  1. ma come fate ad affidarvi al ghigno!!!!

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  2. Forse abbiamo commesso un piccolo errore di valutazione... Ma piccolo piccolo! Intanto il buon Celestino se l'è cavata portando a casa la pellaccia!

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  3. Ciao, non so se il mio scorso commento era passato, in ogni caso conteneva i complimenti per il blog (che leggerò e seguirò di sicuro avendo da poco acquistato anch'io sine requie).
    Volevo inoltre chiederti se hai una mail alla quale contattarti in quanto mi sembra di capire che pratichi anche wargames, nel caso potesse interessarti wif.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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