Io, don Matteo Tommaso del
Torchio, scriverò fedelmente i diari dei giorni che mi condurranno da Venezia
alla presa di Creta, come cappellano militare degli Ospitalieri, affinché non
accada come a San Novella, ucciso dagli infedeli timorosi della giusta e santa
missione di cui era alfiere nella caccia all'eresia. In questo modo, se sarà
volontà del Signore che io torni a Lui, qualcuno potrà leggere le mie memorie e
perseguire i malvagi, qualora io non sia riuscito ad impetrar la loro
punizione.
Al mio sbarco a Malta,
rabbrividii: quegli infedeli rivestiti dei Sacrissimi Segni della Chiesa
credendo di trovarvi rifugio dall'ira del Signore (o forse da quella degli
uomini? Si sa che gli infedeli stoltamente temono anch'essa!) avevano ricoperto
l'isola, già sacra, dei segni della loro perversione. Già dal porto si
vedevano, sul dorso di una collina, croci utilizzate non già per devozione, ma
per punire i colpevoli di atti indegni. Assurdo e blasfemo! Essere affissi in
croce come Nostro Signore dovrebbe essere un premio per i migliori, non certo
un segno d'infamia!
L'assenza di San Novella, mio
ispiratore, era stata disastrosa per i costumi dei locali: il mio ruolo di
cappellano militare sarebbe stato arduo, e lo compresi subito. Per fortuna che
potevo avvalermi del valido appoggio del mio valente notaio, Antonio Maria
Accobelli(l'uomo il cui taccuino è più tagliente di un expiator).
Se ancora avessi nutrito dei
dubbi, essi furono fugati dall'incontro con il Reggente, che ci venne ad
accogliere al nostro sbarco accompagnato da due individui sulla cui
irreprensibilità non scommetterei le offerte della Messa delle sei: Fratello
Ruggero, una montagna d'uomo, e Fratello Giocondo, uno strano fratello che
subito si mise a farneticare di un Convento della Rasata sul quale dovrò
indagare (sospetto che celi il meretricio), ed il cui arto più sviluppato
sembrava essere quello che non si usa né per pugnare, né per marciare contro il
nemico.
Fratello Giocondo, inoltre,
mostrava chiari sintomi di possessione demoniaca: lo udimmo parlare con voci e
personalità diverse. Sto studiando un esorcismo che potrebbe liberarlo, ma temo
che la sua vera personalità non sia migliore di quelle che dimostra durante le
possessioni.
Io feci subito presente al
Reggente quanto fosse inopportuno utilizzare le croci come forma di punizione,
premurandomi anche di suggerire una valida alternativa quale l'impalamento,
mentre Antonio Maria Accobelli – sempre accondiscendente – era disposto perfino
a concedere la graticola, ma il Reggente non sembrò prendere in giusta
considerazione la gravità del fatto. Dovremo tenerlo d'occhio, è quasi ovvio
che si tratti di un eretico, nella migliore delle ipotesi, e un adoratore del
Demonio nella peggiore: chi altri potrebbe fare un simile uso della santissima
Croce?
siamo tornati...
RispondiEliminaSento già che questo nuovo personaggio mi piacerà molto.
RispondiEliminaPerchè non ci giochi insieme Ursha!
RispondiEliminaLa sensazione è un po quella di appartarti con la fidanzata, con sua madre seduta sul sedile dietro!
La voce che da lungo tempo era diventata flebile ed impercettibile per le nostre orecchie ma che MAI era stata obliata dai nostri cuori ci giunge ora nuovamente: forte, netta, inequivocabile; e spinge noi figli dell'italico suolo temprati nel corpo dal fuoco di mille battaglie e rinsaldati nello spirito dalla fede nella Santissima Madre Chiesa a nuove e sempre più gloriose imprese!
RispondiEliminaP.s.: bentornati ragazzi!
P.p.s.: convento della rasata (ma dove cacchio le prende 'ste ispirazioni il Ghigno)!
P.p.p.s: eh sì l'impalamento è proprio un sistema MOLTO misericordioso per punire i miscredenti, sebbene temo che le sue origini siano da ricercarsi nella cultura degli infedeli Ottomani credo!
Mr Mist, ti ricordo che il Difensore della Fede Vald Tapes l'impalatore era così detto proprio perché usava molto il sistema dell'impalamento sul Sacro suolo di Romania, e anzi lo utilizzò con successo per opporsi agli infedeli turchi.
RispondiEliminaAd ogni modo, chi ha mai detto che per punire i miscredenti si debbano utilizzare metodi misericordiosi? O_o
Vlad Tepes come sicuramente saprete fu tenuto din dalla tenera età presso la corte dell'imperatore ottomano come ostaggio, e lì tra un abuso sessuale ed un altro elaborò questo sistema di punizione-tortura-pena capitale, la cosa che non ricordo esattamente è se fu davvero farina del suo sacco o se già i turchi applicavano questo sistema ma una cosa è certa: quando tornò sul suolo di Romania era già molto abile in questo passatempo tant'è che a volte era lui stesso ad impalare le sue vittime!
EliminaPer il discorso della misericordia hai ragione: mi sono dimenticato che a volte tra la Chiesa ed i concetti di misericordia e pietas per i peccatori tipici del cristianesimo c'è una certa distanza! ;-)
EliminaIl difensore della fede Vlad Tepes, fece impalare gli abitanti di un villaggio transilvano per "spaventare" i turchi, i quali pensarono "se si comporta così coi suoi, figuriamoci se ci fa prigioneri...". Metodo da utilizzare durante la campagna...
RispondiEliminaVero un esempio di guerra psicologica, ricordo anche che fece inchiodare i turbanti in testa a due ambasciatori turchi per il fatto che non se li erano tolti di fronte a lui e di ciò se ne era risentito, per la serie: "Ambasciator non porta pena"...
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