Partimmo il mattino dopo, a cavallo.
Oltrepassammo Stupinigi, dove fratello Emilio e fratello Guglielmo si
misero in testa alla spedizione per notare meglio eventuali pericoli,
ma di fatto notando solo contadinelle. A dire il vero, le notò quasi
tutte fratello Emilio, perché fratello Guglielmo sembrava vedere
solo l’enorme elmo che gli proteggeva la testa. Il mio notaio notò
anche che fratello Emilio aveva uno strano rigonfiamento nello zaino:
a richiesta, l’Ospitaliere disse che si trattava di un pupazzo
ereditato dai suoi avi, che teneva sempre con sé. Una spiegazione
quanto mai sospetta.
Superata Pinerolo nel rispetto della
folla, proseguimmo su per la val Pellice sin quasi a Torre Pellice,
quando notammo una figura indistinta apparire, confusamente, sul
ciglio della strada nella nebbia crepuscolare. Per la prima volta, i
due Ospiralieri assunsero un atteggiamento quasi marziale nel
procedere, operativi e militareschi, verso il pericolo. Poco dopo,
sentimmo dei colpi, ma nessun urlo. Ci avvicinammo: un uomo
(evidentemente un innocuo larvalis) era stato crocefisso ad un palo,
in un’oscena parodia della Passione, con una corona di spine. Le
condizioni del poveretto erano pessime, in parte per via del suo
assassinio, ma soprattutto per le inutili mazzate generosamente
elargite dai nostri due soldati, che ci impedirono una vera e propria
analisi. Fratello Guglielmo osservò che, forse, avremmo dovuto
tenere un profilo basso a Pinerolo, ma che, se ci fossimo sbrigati,
avremmo potuto confidare che nessuno ci avesse preceduto per
raccontare il nostro arrivo.
La femmina di excubitor di nome Laura
(o Luisa, non ricordo bene) si offrì di andare in avanscoperta a
Torre Pellice, mentre noi avremmo seppellito il cadavere. Poco dopo,
ella tornò con notizie agghiaccianti: l’Eresia era penetrata in
città!
Le mura erano sguarnite, tutti gli
abitanti della cittadina erano in piazza principale, dove si
trovavano alcuni roghi (due già accesi) e un palchetto da
inquisitore, dal quale concionava Usteboge, il famigerato ex
inquisitore, eretico e scomunicato.
Decidemmo di intervenire subito:
scavalcammo le mura sguarnite, passando dalla villa del conte
Pautasso (attigua alla città), avanzammo nelle tenebre,
sgattaiolammo fra i viottoli, ci appostammo, attaccammo!
Che bella un'avventura ambientata in Piemonte, conoscendo benissimo i posti te la godi molto di più!
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