Dopo aver ispezionato con cura la
biblioteca del Conte Pautasso e aver requisito la copia de “Le nove
porte del Regno delle Ombre”, nonché del Diario della Masca,
dormimmo i sonni tranquilli e beati di chi si addormenta nella
consapevolezza di aver giustiziato degli eretici in giornata. La
mattina, verificato che in Torre Pellice non erano rimaste tracce
viventi di eresia (né di Usteboge), ripartimmo per tornare a Torino
e consegnare il frutto delle nostre fatiche a Don Gerardo.
Sulla via del ritorno, a Pinerolo,
incontrammo un’altra femmina di excubitor, di nome Fanny, amica
della nostra Luisa o Lucia: era una ragazzotta di 21 anni, dall’aria
svagata di quelle giovani che pensano più all’amore carnale che a
quello per il Signore. Era, infatti, appena tornata da un congedo ed
era stata mandata in nostro aiuto, dopo che avevamo già risolto ogni
problema.
Con grande rozzezza, i due Fratelli
ospitalieri si informarono sulle capacità in cucina di Fanny,
accusandola di inutilità in quanto non era una buona cuoca;
arrivarono, insomma, ad un tal segno di che dovetti redarguirli,
anche perché una cuoca troppo brava potrebbe portare ad indulgere
nel peccato della gola. Non contenti, insinuarono che Don Gerardo
avesse appetiti carnali nei confronti della Contessa Bottero, come se
avessero dimenticato il voto di castità di noi sacerdoti.
Eh, quei sonni beati...
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