Ad ogni buon conto, riprendemmo il
viaggio finché, arrivati nei dintorni di Piscina, fummo
rispettosamente avvicinati da un vecchio contadino dall’espressione
disperata, un certo Piero Mola, il quale mi pregò di impartire
un’estrema benedizione a suo figlio, gravemente malato, che a detta
del medico sarebbe morto entro breve, seguendo di poco la madre fra
le braccia di Dio.
Quei gran prodi di cavalieri che
rappresentano la mia guardia del corpo iniziarono a cercar scuse per
non andare, arrivando al punto di chiedere una descrizione del suo
cascinale, ma io troncai le esitazioni: era nostro triste dovere
recarci al capezzale del giovine.
Arrivati alla cascina, lasciammo le due
femmine alla guardia dei cavalli ed entrammo nella stanza, poco
illuminata per via delle strette finestre e della giornata uggiosa;
il vecchio contadino aprì la porta della stanza nella quale si
trovava il figlio malato e, un istante dopo, ne uscì tenendosi le
viscere, orribilmente trafitte da un forcone. Dietro di lui, il
figlio, chiaramente morto, con sangue rappreso sul volto e una
orribile lucidità negli occhi.
Fratello Emilio, lo spocchioso Fratello
Emilio, tanto baldanzoso nel colpire crocefissi e occhieggiar
fanciulle, fuggì precipitosamente, al punto che io fui costretto a
rincorrerlo fuori dal cascinale per richiamarlo ai suoi doveri,
lasciando Fratello Guglielmo solo con il suo expiator (e con il mio
notaio Mauro, che forse non aveva ancora visto il nemico) a
fronteggiare il morto. Le due femmine di exubitor si precipitarono
dentro e, quando, poco dopo, tornai nella cascina trovai lo scontro
in pieno svolgimento.
Non sono fuggito via ma ero andato ad avvisare le escubitores
RispondiEliminaSei senza vergogna
RispondiEliminaComunque non occorrevano tutte quelle lacrime e le urla in falsetto per avvisarci!
RispondiEliminaPiangeva ed urlava di dolore perchè, da uomo di buon cuore, si era immedesimato nello straziante dolore di un padre!
RispondiEliminaA proposito auguri a tutti i papà!
Bravo mr Mist tu mi capisci
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