Mentre
Fratello Emilio e Fratello Guglielmo agonizzavano per le ferite
riportate nel conflitto con gli eretici e Fanny vagava terrorizzata
per le campagne attorno al covo di costoro, io ed il mio buon notaio
Mauro ci dedicammo a interrogare il sospetto (di assassinio e di
eresia) Toaff. Dopo averlo ammanettato, cominciammo a parlare dei
libri ebraici trovati nella sua cantina, chiaro indizio di
nicomedismo. In modo poco credibile, sostenne di essere
collezionista, negò di sapere cosa ci fosse nella bara sul carro e
affermò perfino di essere venuto in questo luogo da solo, mentre noi
sapevamo che era stato visto accompagnato da una sorta di gigante,
che non era stato fermato nemmeno dai proiettili al posto di blocco.
Ah,
se avessimo saputo allora quel che avremmo scoperto in seguito! Ma
l'onniscenza è propria del solo Dio, quindi forse il mio rammarico e
blasfemo, e me ne pento. Però, detto fra noi o Signore, non avresti
potuto dirmi prima che quella dei Golem non è soltanto una leggenda?
Per noi, quell'enorme ammasso di argilla antropomorfo era solo una
curiosa statua. Sì, nei nostri studi avevamo sentito di questi
esseri pericolosi e senz'anima evocati dalla negromanzia dei deicidi
per difendersi dai giusti pogrom messi in atto dagli uomini timorati
di Dio, ma credevamo che fosse una semplice leggenda. Fratello
Guglielmo, curatosi alla meno peggio, vide perfino la scritta "emet"
sulla fronte del mostro, oltre alla scritta "Guglielmo"
incisa poco prima sulla chiappa destra della statua da Fratello
Emilio (scritta che il nostro Ospitaliere provvide ad eliminare con
una strisciata del suo Expiator.
Mentre
pensavamo al da farsi, pensammo di intrattenerci con un piccolo rogo:
bruciammo il carro con la bara sopra e lo strano cadavere che vi si
trovava dentro. Arse tutto e, al momento culminante, si udì un grido
abbastanza raccapricciante, ma per fortuna di breve durata.
Seguì
un momento un po' confuso. Toaff provò a lamentarsi di essere
maltrattato e interrogato con atteggiamento duro, nonché
ammanettato, io e Mauro discutemmo della possibilità di istituire su
due piedi un piccolo tribunale inquisitorio per poterlo torturare in
piena legittimità; intanto, Toaff si mise a raccontare di aver
conosciuto Baracca, il nonno prode di Fratello Emilio (ah, la
decadenza del genere umano!). Fratello Emilio lo prese pertanto in
simpatia e ci chiese di liberarlo... Fra una baraccata e l'altra,
Toaff ci rivelò anche che i suoi rapitori si chiamavano con i nomi
degli scacchi (ma non sentì mai chiamare né il re, né la regina e
affermò che Pannacci lo odiava sin dalla Guerra Mondiale, perché
aveva quasi distrutto la sua unità. Fanny, che nel frattempo aveva
superato la paura ed era tornata, notà che Toaff aveva ucciso il
carceriere che avremmo voluto interrogare: era stato solo un episodio
casuale di comportamento?
In
un momento di pausa dall'interrogatorio, Mauro provò a ricalcare un
blocco note e vide che, negli ultimi giorni, era stata scritta una
lettera indirizzata a qualcuno a Vicus Novus.
... in effetti è assolutamente impensabile che la leggenda sul golem possa avere una qualche sorta di fondamento, soprattutto in un mondo in cui i morti tornano in vita per tormentare i vivi, suvvia un po' di razionalità! XD
RispondiEliminaComunque Toaff va immediatamente liberato: il fatto che conoscesse Baracca, è un chiaro indizio d'innocenza!
Chissà che oscuro rituale si celava dietro la scritta "Guglielmo" sulla chiappa del Golem...
RispondiEliminaInquietanti interrogativi...
Tetri presagi...
RispondiEliminaBravo Mr Mist. Tu hai capito tutto... Toaff andava liberato
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