Ma
fucili e fortificazioni nulla possono quando si va contro il volere
di Dio: i traditori erano già condannati a morte quando mi mancarono
di rispetto. Io continuai a parlar loro sperando di convincerli a
tornare sulla retta via prima che fosse troppo tardi, mentre i miei
compagni agivano in modo che fosse troppo tardi. Laura, Linda o
Leonora si infiltrò cautamente fra le erbe, raggiunse la stazione di
dazio, vi si arrampicò ed entrò da una finestra, mentre Fratello
Emilio gettò avanti i cavalli, per usarli come riparo. Quando anche
l'ultimo cavallo fu ucciso dai colpi di fucile, lui era oramai vicino
alla porta d'ingresso, ma purtroppo quest'ultimo cavallo gli cadde
addosso bloccandolo. Anche fratello Gugliemo fece irruzione, con un
colpo ferì gravemente uno degli occupanti, che era uno degli
excubitores di Vicus Novus; anche io entrai di corsa e feci in tempo
ad aiutare a colpi di spada (che non ne ucciderà quanti la lingua,
ma in certi casi è utile) Linda, Luisa o Lara, che si stava
azzuffando con due excubitores. Li uccidemmo, confidando di potere
interrogare quello ferito da fratello Emilio.
Disgraziatamente,
nel frattempo Fratello Emilio, invece di starsene buono sotto il
cavallo, gli aveva sparato, finendolo.
Tuttavia,
ogni confessione sarebbe stata inutile: quegli excubitores, come
risultava dal registro, erano stati mandati lì, con un imprevisto
cambio di turno, dalla Gubbiotti. Ma Dio non voleva permettere che le
sue oscure trame restassero ancora occulte.
Che posticini tranquilli.
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RispondiEliminaIn verità i traditori si sono condannati a morte da soli, non tanto per aver mancato di rispetto ad un inquisitore, quanto per aver osato sparare ai cavalli da sempre animali cari al Baracca che ne aveva adottato uno come sua insegna personale!
RispondiEliminaIl sacrificio dei cavalli verrà commemorato per sempre
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