Tornati a Torino, abbiamo giusto il
tempo di incontrare Don Gerardo intento a sorvegliare la contessa
Bottero ad un pranzo, di sapere di un nuovo, orribile delitto (un
borghesotto di nome Franco Masiero è stato ucciso mentre portava a
passeggio il cane: gli occhi gli sono stati cavati e, in cambio, è
stato lasciato sul suo corpo il tarocco della Luna) ed è già tempo
di ripartire, alla volta di Barolo, per continuare la nostra ricerca
delle copie del libro maledetto. A quanto ci risulta, la copia
dovrebbe trovarsi nella cosiddetta “Villa delle Nebbie”, una
villa fuori città dove dovrebbe essere in corso un’indagine da
parte di un gruppo di esorcisti, autorizzata da Don Gerardo stesso.
Per la missione ci viene anche affiancato un converso: lo vedremo
all’opera, ma pare una brava persona.
Appena giunti a Barolo, ci dividiamo.
Io e Mauro, in modo saggio e pio, ci rechiamo dal prete locale, il
quale ci rivela che la Villa delle Nebbie è un luogo temuto ed
evitato da tutti: oscuri eventi vi sono accaduti, anche prima del
Giorno del Risveglio dei Morti. Tutti i membri della famiglia degli
ex proprietari, la famiglia Signani, sono morti o scomparsi, salvo un
certo Roberto, che ha pensato bene di lasciare la proprietà alla
curia, ottenendo l’incarico di averne cura (vivendo accuratamente a
distanza). Antonio, il padre di Roberto, era scomparso nel ‘43, ma
già nel ‘38 la madre era morta di parto, nel ‘40 era scomparsa
la sorella Mirna (all’epoca di otto anni), mentre nel ‘41 era
caduta dalle scale, morendo, l’altra sorella, Anna di cinque anni.
Aggiunge che, poche ore prima, un prete esorcista, accompagnato da un
gruppo in cui spiccava una ragazza inquietante, aveva chiesto di
recarsi alla villa per una ricerca sul paranormale. Uscendo dalla
casa, troviamo Linda o Luisa di ritorno dalla sede degli excubitores,
dove ha ricevuto le nostre stesse notizie.
Anche i due ospitalieri avevano, a
quanto ricostruimmo, cercato notizie, ma in modo originale: si erano
intrufolati nella locale osteria, dove fratello Emilio aveva offerto
da bere a tutti i presenti (con quali soldi? Da dove vengono le sue
laute riserve di denaro, poco adatte al suo ruolo?) fiumi del
delizioso vino locale, sperando, così pare, di sciogliere lingue.
Disgraziatamente, avendo scrupolosamente brindato assieme ai paesani,
la sua indagine finì ballando sui tavoli, fino ad essere buttato
fuori dai popolani, ubriaco fradicio. Un comportamento disdicevole,
che Fratello Guglielmo non aveva impedito: avremo rimostranze da
muovere.