Quasi un mese di arresti domiciliari dopo (mentre la
campagna per la presa dell'isola procedeva di successo in successo, e il
sedicente Minosse era messo alle strette), finalmente un Santo Tribunale
Inquisitorio si stabilì a Creta per riportare il Vero. Lo attendevo con la
fiducia dei giusti, e ne avevo ben donde: esso non solo stabilì il vero, ma mi
permise anche di spiegare la mancata esplosione del Connestabile al colpo di
Stocco Papale.
Io, Fratello Giocondo, Fratello Ruggero, il tedesco Lothar e
Accobelli sedevamo al banco degli imputati; quest'ultimo, si incaricò anche di
difenderci. L'Inquisitore, Sua Eccellenza don Claudio, iniziò subito gli
interrogatori, chiedendo a Lothar perché fossimo armati ad una cena, e
Accobelli cominciò a dimostrare la sua virtù argomentativa, spiegando che era
una norma di sicurezza tenersi sempre pronti in zona di guerra. E così, guidato
dalla voce del Signore che giuda infallibilmente i Giusti nella propria difesa,
ribatteva ad ogni domanda, come uno Scudo di Fede, e quando io rivelai che
eravamo inviati del Sant'Uffizio, mandati a smascherare un infiltrato
nell'Ordine, individuato nel Connestabile (come provava il cavallo nero tatuato
sulla spalla, segno degli affiliati ai Decussi), la partita sembrava vinta.
Almeno, fino a quando si parlò di Fratello Giocondo.
A questo punto, Sua Eccellenza l'Inquisitore (dopo aver
senza difficoltà mostrata l'instabilità mentale del soggetto, anche con alcune
registrazioni che ne mostravano le possessioni e la testimonianza delle “mogli
di Minosse” da lui molestate) ci mostrò delle foto inequivocabili, che
mostravano Fratello Giocondo intento a darsi al buon tempo con avvenenti e
disinibite fanciulle (il che non era difficile a credersi), ma anche in
compagnie compromettenti: spie del Quarto Reich. Altre carte testimoniavano che
aveva mandato continue informazioni su Malta a tali emissari dell'eretica
potenza germanica.
A nulla valse che Antonio Maria Accobelli ricordasse le
prove di valore dimostrate da Fratello Giocondo; a nulla il disperato
intervento di Lothar: come è giusto, l'Inquisitore condannò il reo al rogo.
Noi tutti fummo, invece, dichiarati innocenti, ed io anzi
menzionato con merito e ufficializzato come Cappellano Militare dell'Ordine
Ospitaliero.
Sarà dura redimere questi poco pii fratelli, ma il Signore
mi darà la forza.
Grazie, Signore! Se avessimo colpito il Connestabile
uccidendolo senza creare un caso da processo, forse non sarebbe stata svelata
l'altra Serpe che la Santa Madre Chiesa allevava nel suo seno, Fratello
Giocondo, che con perfida astuzia da una parte si mostrava coraggioso,
dall'altra mirava alla distruzione dell'Ordine Ospitaliero, provando ad
uccidere con le sue granate, quando se ne prestava l'occasione, i massimi gradi
di tale Ordine; inviando le sue informazioni fuori; soprattutto, fiaccando gli
spiriti degli uomini attraverso il peccato di lussuria, da lui così fomentato
anche attraverso la blasfema istituzione del Convento della Rasata.
La sera stessa, il suo corpo mortale ardeva sul rogo. Che
Dio accolga la sua anima fra i giusti. Anzi, le sue anime. Dopo la giusta
permanenza in Purgatorio. Anche se dubito che lo farà.
Il mattino dopo, un messo di Minosse veniva a chiedere pace
e collaborazione, proprio mentre da Malta ci segnalavano che una nave era
sbarcata sulle coste; una nave guidata da una Mummia, un morto (apparentemente)
di cinquemila anni prima. Assurdo e inconcepibile!
Ma non solo quello che accadeva a Malta e in Egitto era
incredibile. Ricevemmo il messo: era del tutto uguale a Fratello Giocondo.
Non bastano le fiamme a uccidere Baracca, la sua leggenda sempre vivrà e si riincarnerà in altri e altri ancora...
RispondiEliminaBaracca è un mito immortale però dovrebbe stare più attento alle altre personalità con cui condivide il corpo!
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