Il Signore può a volte punire le sue pecorelle quando si
smarriscono, per dimostrare quanto impervio sia il cammino per chi si allontana
da Lui (o altre volte per metterle alla prova; oppure per richiamare a sé il
prima possibile i puri; oppure per aiutarle nel cammino di espiazione e umiltà;
oppure per dar modo di dimostrare la propria Fede; oppure per una quantità di
altri motivi più o meno imperscrutabili a noi miseri mortali, sui quali ora non
è il caso di soffermarsi), ma quando esse mostrano segni di pentimento, non
esita a scendere al loro fianco per aiutarle, anche nella maniera più
manifesta.
Ed è stato un onore essere io, il misero Servo del Signore
Don Matteo, ad essere strumento di tale Salvezza.
Nella notte, come angeli vendicatori, siamo piombati sul
campo dei pagani. Io, brandendo il mio stocco pontificio, accompagnato da
Fratello Ruggero e, soprattutto, dall'armatura della Fede, mentre gli altri,
tedeschi e templari, prudentemente si tenevano indietro, quasi timorosi e quasi
inattivi, salvo esplodere dei proiettili comunque utili a creare confusione nel
campo nemico.
Ma io correvo, correvo avanti. Eravamo due, due contro
cento, e so bene che ben poco avremmo potuto se non fosse stato per il Signore
che lanciava i suoi strali dal cielo: ad ogni colpo di stocco, un nemico, morto
o vivo, cadeva, esplodeva, a volte bastava un semplice mio anatema perché un
fulmine del Signore che vigilava su di noi lo facesse ardere!
Le schiere dei pagani si aprivano dinnanzi a noi come acque
davanti a Mosé, ed io correvo sicuro verso la mia meta, anch'essa indicata da
Iddio, usando questa volta come strumento Antonio Maria Accobelli, che si era
reso conto che i molti morti presenti nel campo (a partire dai cani bicefali,
chiaramente dei Feros) erano controllati da un solo uomo, con l'aiuto di un
medaglione. Ebbene, con un colpo preciso e guidato dall'Altissimo( più che
altro dal tarocco del Carro,ndr), aveva ucciso il portatore dell'oggetto
maledetto: in quel preciso momento, nel campo pagano si era scatenato l'inferno
(chiaramente figura di quello eterno, che attenderà quelle anime prave, dedite
al blasfemo Minosse ed ai suoi culti): i morti si erano rivoltati contro i vivi
e, com'è nella loro natura, bramavano la carne di ogni essere umano la cui
anima non ha ancora lasciato il corpo.
Così, io e Fratello Ruggero ci eravamo lanciati nella
mischia: con le nostre parole di Fede, con il nostro coraggio, e soprattutto
con la forza infusa dalla vista del Santo Segno che recavo meco, incitammo gli
Ospitalieri imprigionati alla lotta, a liberarsi, a lottare contro i carcerieri
per guadagnare la libertà. Pieni di Speranza e Fede, avrebbero voluto
affrontare a mani nude i morti ed i nemici, ma noi consigliammo loro la
ritirata: ci sarebbe stato modo e tempo per una piena vendetta. Noi
continuammo: dovevamo recuperare il medaglione, prima che qualcuno dei pagani
potesse trovarlo e riprendere il controllo sui morti. Provò ad impedircelo un “Titano”
- come i blasfemi chiamano un mostruoso colosso formato da pezzi di
innumerevoli cadaveri - , ma quando lanciai un lungo anatema contro di lui
(restando immobile per una ventina di secondi, per il check di terrore fallito,
ndr), l'essere cominciò ad esplodere a partire dalla testa, ed anche Ruggero
diede il suo contributo di danno con la sua possente spada, pur subendo lievi
ferite. Ci si parò davanti un cane bicefalo, ma lo infilzai con il mio Sacro
stocco, ed il Signore lo fece saltare in aria in pezzi.
Vidi il cadavere di colui che aveva controllato i morti:
stava già agitandosi, ma riuscii a strappargli il medaglione. Un attimo dopo,
Ruggero lo tagliava in due con un colpo di spada.
Ci ritirammo: che morti e pagani (e quindi morti agli occhi
di Dio) si scannassero fra di loro.
don matteo, se sapessi la verità sui tuoi miracoli...
RispondiEliminaImmagino che al 90% sia stregoneria...
EliminaComunque qualcuno direi che si crede il centro dell'universo...
Mi sono perso però qualcosa per strada... da quando don Matteo è in grado di compiere miracoli?
Non ti sei perso nulla Ursha, semplicemente mentre don Matteo avanzava tra i nemici con lo stocco pontificio, Antonio Maria lo copriva, a sua insaputa, con un fucile di precisione da un'altura e lui nella sua ottusità riconduceva tutto alla mano divina... eccoti i miracoli di don Matteo, una serie infinità di tarocchi estratti dal buon Antonio Maria...
RispondiEliminaA dire il vero, c'erano anche i colpi (di mitraglia) di Lotario e quelli (di bazooka anticarro) del Comandante Baracca :)
RispondiEliminaSì ma tu eri troppo strafatto di parabole religiose per accorgertene!!!
RispondiEliminaAh Ah Ah: bellissimo resoconto delirante come pochi ma bellissimo!
RispondiEliminaP.s.: grazie Kuduk delle delucidazioni non ci avevo capito molto nemmeno io!
In effetti senza i chiarimenti del contesto questo post era un po' oscuro per i nostri lettori :)
RispondiEliminaGrazie Mr Mist!
E' bello aver asfaltato decine di nemici ed aver caricato un "angelo", infliggendo per altro gli stessi danni di un panzerfaust, e non essere menco citato... no ma grazie "amici"!
RispondiElimina@ Celestino: temo che se fosse Don Matteo a risponderti ti direbbe qualcosa tipo: "Non agli uomini appartiene la gloria ma solo a Dio!", in ogni caso complimenti anche a fratello Ruggiero detto "Il panzerfaust"!
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