mercoledì 21 dicembre 2011
Vivono tra noi
Stolti uomini di chiesa!
Un villaggio li accogli, un po’ di gente li esalta, un prete li ospita. E’ una scena già vista a San Ezechiele. Ora siamo a Vicus Novus ma è solo cambiata la regione… la storia NO! Loro si fanno abbindolare da due filastrocche di chiesa e si danno alla festa e alla gioia. Le mie personalità multiple sono in subbuglio… qualche cosa non va! Il mio istinto mi dice di agire.
Lascio tutti festeggiare, e mi allontano. Uscendo un’ombra attira la mia attenzione e capisco che qualcosa non va. Non ho tempo di avvisare gli altri, il coraggio e l’abilità non mi mancano, l’istinto mi dice di agire.
Seguo l’ombra e ad un tratto un palazzo esplode. Un muro crolla e vedo macchinari per la stampa. Come pensavo questi paesani con un po’ di ospitalità cercavano di renderci ciechi.
Ma ad Adolf non lo si fotte!!!( e lui a fottere, ndr.)
Ad un tratto tutto passa in secondo piano Heinrich corre fuggendo dalla casa. Lui è dietro tutto questo! Lo inseguo la resa dei conti è arrivata.
Ad un tratto, non so come sia stato possibile, lui riesce a prendermi di sorpresa. Mi sento afferrare per il collo è sollevare. Lo guardo e mi domando come è possibile mi abbia preso alla sprovvista e soprattutto come faccia a sollevarmi con tanta facilità. Inizia a mancarmi il fiato e sento la sua mano gelida. E’ UN MORTO!
Non so che creatura sia, ma ormai la mia vita e perduta. Dice che si è stufato che il nostro gruppo lo intralci.
Ad un tratto una voce amica arriva alle spalle di Heinrich, è Joaquin che gli punta la pistola alla testa! Gli intima di lasciarmi. Un esplosione rompe lo stallo e Heinrich mi scaraventa con una forza inaudita e non umana e fugge.
Torniamo al centro del paese. Sono sconvolto. I paesani sono furiosi con me, mi accusano di aver ferito Giancarlo. Non sanno e non possono capire che è stato Heinrich. Accenno la mia storia a Novella e Celestino, ma Novella è troppo preso dalla sua teologia e non vuole accettare di perdonare la menzogna di Don Beppe che in cambio ci promette di lasciarci andare via del paese senza problemi. Per di più per ogni minuto che passa da un vantaggio a Heinrich. E’ troppo ottuso per capire che un morto pensante e pericoloso è libero di girare su questo mondo.
Dopo una trattativa estenuante e la mia vita appesa solo alla sua scelta in quanto i paesani volevamo linciarmi finalmente trova un compromesso. E’ tardi comunque ritrovare Heinrich sarà difficile…
L’unica parte di me felice è il numero 66 il predicatore jugoslavo Anton Sparlovic che sogna una società senza distinzione tra vivi e morti dove tutto è eterno (vedi. Post “Ne resterà soltanto UNO”). Anton ritiene che se nessuno si è accorto che Heinrich è un morto magari come lui ce ne sono altri. Forse alcuni di questi possono diventare nostri amici e compagni.
Che bellezza sapere che “vivono tra noi”
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Cronache di un cacciatore di morti,
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