Il viaggio alla volta di quel che resta di Londra, lasciato
il castello dei sopravvissuti “appesantiti” di qualche utilissimo litro di
carburante, procedette sotto la benevolenza del Signore, che non frappose
ulteriori malignità da debellare.
Solo quando le rovine delle case si fecero più fitte, il
Capitano ordinò maggiore prudenza, e rallentammo il procedere degli automezzi.
Del resto, le strade erano sempre più sconnesse e ingombre di ostacoli, parte
di quella natura che è facile attribuire alla semplice incuria, parte che (non
poteva sfuggire all'occhio attento di un gruppo di veterani) erano stati senza
dubbio posti ad arte, in modo da rallentare la corsa di visitatori
indesiderati. Tutto, dunque, lasciava supporre che la zona fosse presidiata da
umani, nella migliore delle ipotesi, da morti senzienti nella peggiore.
Purtroppo, non c'era altra via verso la nostra meta.
Ad un certo punto, trovammo addirittura un carro armato, uno
Sherman visibilmente in disuso – aveva perfino un cingolo staccato – che però
volemmo egualmente ispezionare. Il Capitano mandò avanti il nostro carrista di
fiducia, il disertore Kartoffen. Circostanza singolare per qualcuno che
asseriva di essere stato un carrista, la sua stazza gli permetteva a stento di
inserire la testa nella carlinga: di far passare le spalle non c'era modo. In
effetti, era evidente che non avremmo trovato nulla, ma il Capitano aveva
ordinato la missione per rendere chiaro che nessuno, oramai, credeva che
Kartoffen fosse veramente chi asseriva di essere.
Procedemmo ancora un poco e, come previsto, ci trovammo
circondati da un gruppo di militari con divisa inglese. Non sembravano avere
cattive intenzione, così deponemmo le armi di buon grado. Solo in quel momento
ci rendemmo conto che Joe e Liza erano spariti. Il Capitano chiese ed ottenne
di cercarli, prima di raggiungere me e Kartoffen al rifugio dei sopravvissuti
che avevamo incontrato. Arrivarono al centro poco dopo di noi, con Joe e Liza
fra i quali doveva essere accaduto qualcosa di spiacevole, perché i cinguettii
dei giorni precedenti avevano lasciato il luogo a musi lunghi. I più maliziosi
ipotizzarono che lei avesse avuto una spiacevole sorpresa nel momento in cui si
era trovata sola con lui, ma le spiegazioni plausibili erano molte.
Il centro nel quale ci trovavamo, che ospitava un centinaio
di sopravvissuti, era una vera e propria fortezza, mirabilmente organizzata e
splendidamente difendibile, al cui interno si trovavano orti, piccoli
allevamenti, un refettorio, cucine, camerate...e laboratori.
Già, laboratori.
Diciamo pure che il piccolo carro inglese sembrava il gillet con cannone di Kartoffen... Abbiamo usato un bel po' di grasso per estrarlo!
RispondiEliminaIn Germania facevano i carri più grossi!!!
EliminaIn Germania TUTTO è più grosso! JA!
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