Viaggiare in Jeep è senza dubbio molto meglio che
scarpinare, è meglio anche di spostarsi con la nostra vecchia Scoreggiona, ma
non c'è mezzo che garantisca un percorso agevole e sicuro su queste tormentate
isole britanniche. Non avevamo percorso molta strada, quando incontrammo una
trappola che, per nostra fortuna, era già scattata a spese di quacun altro: un
albero abbattuto da mano umana bloccava la strada.
Il Capitano ci fece segno di smontare, e subito trovammo un
morto, intrappolato sotto il tronco, che potemmo smembrare senza difficoltà, ma
soprattutto (assai più interessante) le tracce di una moto che uscivano dalla
strada. Dove c'è una moto, c'è anche benzina, e noi eravamo già quasi in
riserva. Il Capitano lasciò me e il pagano a controllare la Jeep (forse nella
speranza che, rimanendo soli, io riuscissi a convertirlo), mentre egli guidò
Kartoffen e Joe in avanscoperta, attraverso un bosco.
Non so bene come si sia sviluppata la missione, ma ad un
certo punto sentimmo una forte esplosione, come di mina antiuomo, e decidemmo
di lasciare la Jeep per correre in soccorso dei nostri compagni, forse feriti,
forse in difficoltà (per sicurezza, comunque, portai con me le chiavi). Poco
dopo, udimmo degli spari, delle urla di dolore.
In effetti, subito incontrammo Kartoffen gravemente ferito,
con una grossa scheggia piantata nella gamba: aveva ricevuto l'ordine di
venirci a chiamare in silenzio, perché il nemico sembrava pericoloso. Visto che
non correva rischi immediati, io mi mossi alla volta del punto dove si
trovavano il Capitano e Joe, mentre il pagano prestava a Kartoffen i primi
soccorsi. Mentre mi avviavo, il crucco mi avvertì che il terreno intorno era
minato: c'erano fili tesi nel sottobosco.
Il Capitano e Joe avevano già steso due individui deformi usciti
dalla casa a verificare chi avesse fatto esplodere la mina: stavano ora
agonizzando su una sorta di sentiero sminato. Il problema erano gli altri,
arroccati in una specie di cottage. Non potevamo nemmeno distruggere tutto con
qualche bomba a mano, sia perché la moto era fra noi e la casa e avrebbe potuto
esplodere, disperdendo la preziosa benzina, sia perché urla udite dai miei
compagni all'arrivo testimoniavano inequivocabilmente che là dentro si stava
perpetrando una violenza carnale a spese di qualche povera fanciulla (che però
probabilmente soleva andare in giro con abiti troppo provocanti, e avrei dovuto
redarguirla a dovere). Che gli inquilini fossero malvagi era testimoniato dal
grande pentolone che si trovava nel cortile, e nel quale bollivano membra
umane.
Purtroppo, oltre che malvagi, erano anche armati: due fucili
uscivano dalle due finestre centrali. Il Capitano ebbe un momento di eroismo:
“Joe, coprimi”, ordinò seccamente, ed eccolo correre verso il lato della casa,
con una bomba in pugno. Joe voleva davvero coprirlo, con la sua grande
mitragliatrice, e irrideva la pistola che io avevo appena estratto.
“Se riesci a colpirli con quella, credo in Dio!”
Se c'è una cosa che la Bibbia
insegna, è che non si deve provocare il Signore: la sua mitragliatrice si
inceppò, mentre due colpi precisissimi partivano dalla mia arma a mano,
colpendo a morte i due fucilieri alle finestre.
Anche in questo gruppo il personaggio di Jacopo ha delle armi particolarmente fortunarte... ooops benedette!
RispondiEliminaA dire il vero in generale non proprio fortunate: fino ad ora era riuscito solo ad affettare (con perizia) un cinghiale morto.
RispondiEliminaMa se uno provoca quel tizio lassù...
LOL
EliminaBellissimo l'ultimo paragrafo, Dio benedica l'Inghilterra o quanto rimane di essa.
RispondiEliminaTiè!
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